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una saga familiare

13.10.2021 15:42

1 Un crollo misterioso

All’improvviso scoppiò il finimondo. Un  boato a terribile. L’urlo di un vecchio ‘ è tornata la guerra’ Poi il silenzio. Jimmy, un ragazzino africano di 8 anni, è bloccato sotto una trave non riesce a muoversi, né a gridare. Sente muoversi sopra di lui e gridare ‘ c’è qualcuno qui sotto ?’ Le voci si allontanano. Jimmy  è disperato.

Poi, nonostante il dolore, sorride. Ha sentito una voce  che lo chiama. ‘ Jimmy, dimmi qualcosa, dimmi che sei vivo’. Jimmy piange, non può rispondere. Il nonno ora chiama la mamma ‘Laura, Laura’. Silenzio.

E’ crollata la palazzina, dove Jimmy vive con la mamma al primo piano , e i nonni al piano superiore. Al piano terra il negozio di alimentari della famiglia. e Jimmy è stato adottato subito dopo la nascita., per volere dei mamma, Laura mentre il padre Toni è contrario. I litigi fra i coniugi sono sempre più frequenti, finché Toni si allontana.

Viene dato  l’allarme . Una sirena lacera l’aria. Sono i vigili del fuoco. Jimmy sorride nuovamente, si riaccende la speranza.  Anche la mamma deve essere qui sotto , forse qui vicino. Fra poco saremo salvi entrambi. Fate presto, pensa Jimmy, non sento più le gambe. Il comandante dei vigili grida ‘ Fate dei  buchi qua a e là. -  Se c’è qualcuno vivo, bisogna far passare l’aria. Portate anche i cani molecolari.’Una squadra di vigili incominciano a spalare da più parti. Per ora decidono di no usare le macchine. Vogliono capire prima se c’è qualche segno di vita.

Jimmy ha perso i sensi. Un cane gli lecca la guancia. Si  riprende, stanno arrivando. Siamo salvi, pensa. Anche le braccia sono bloccate, non può accarezzare il cane che ora abbaia. Gli spalatori si avvicinano, il rumore delle pale è una musica dolce. Un uomo grida c’è un ragazzino, è vivo . Sollevano la trave che gli schiaccia le gambe. Dov’è mamma Laura, è qui vicino, sono le prime parole che riesce a dire. Nessuno ha il coraggio di dirgli la verità. Mamma Laura è morta.

2. 10 anni dopo

Dopo il crollo della palazzina, Jimmy è viene ricoverato all’ospedale. Ha riportato più fratture, alle gambe, alle braccia, al torace. Tre interventi chirurgici e 6 mesi di degenza, I nonni, sono stati feriti, la casa è distrutta, il futuro incerto.

In ospedale Jimmy capisce che mamma Laura non c’è più. Lui continua a chiedere di lei,ma nessuno gli risponde. Se fosse viva mamma Laura sarebbe vicino a lui,ma non c’è. Jimmy grida vuol sapere la verità. Poi si chiude in lungo silenzio. Non vuol parlare con nessuno. Le indagine sul crollo proseguono. E’ accertato, non è stato uno scoppio provocato da cause interne all’edificio. La bomba è stata portata dall’esterno, ma non emerge nessun movente. Mamma Laura e i nonni non avevano nemici.

Dal letto dell’ospedale Jimmy continua a pensar. L’assicurazione sulla palazzina crollata è bassa, a mala pena i nonni riescono a comprare una mansarda. Hanno perso tutto.

Jimmy si convince che il padre ha voluto vendicarsi. E’ lui l’autore dello scoppio. Passa il tempo, Jimmy, dopo i 15 anni, si mette alla sua ricerca. Ogni pomeriggio, dopo scuola. Da Walter, un amico del padre, collega di lavoro, viene a sapere che Toni, il giorno dopo lo scoppio ha chiesto di essere trasferito nella filiale di Agadir, in Marocco. Probabilmente è ancora lì.

Jimmy aiuta ora l’edicolante vicino a casa nella consegna dei giornali agli abbonati. Mette cos’ da parte un po’ di soldi per il viaggio che ha in mente di fare. Telefona alla ditta ad Agadir, ha conferma che Toni lavora lì. Appena compiuti 18 anni, comunica ai nonni la decisione di partire alla ricerca del padre. invano i nonni cercano di dissuaderlo.

‘Devo parlargli’, dice Jimmy, devo capire chi i ha distrutto la nostra vita. Ha preparato lo zaino, parte perla Spagna.

3 Verso la Spagna

Al porto è ancorata una nave da crociera in partenza per le isole Baleari. Hanno bisogno urgente di trovare due mozzi per salpare. Jimmy si presenta. Non ha esperienza,ma conosce il francese, oltre all’italiano.. Poco dopo la partenza, Jimmy si sente male, Ha il mal di mare. Se se Se accorgono, lo sbarcano subito. Juanita è una hostess spagnola Lo vede sofferente,le scappa da ridere. Gli dà una pastiglia, dicendo  Tieni questa scatoletta, cura lo stomaco contro il mal di mare. Rido perché ce l’ho anch’io. lei. Certo  per un mozzo…’ Ridono entrambi.

Juanita è  una ragazza spigliata, Jimmy è simpatico. Lo bacia. Jimmy, se fosse di pelle bianca, diventerebbe rosso, E la prima volta che bacia una ragazza. Risponde al bacio. Juanita capisce, lui non ha mai avuto rapporti intimi. Fare all’amore è una delle cose belle della vita. Se il partner ti piace, perché non farlo? E’contenta di essere la prima. E’ notte. Non c’è nessuno. Si rotolano stretti sulla tolda. Jimmy sente l’erezione. Juanita con mano calda gli prende il membro. Fanno all’amore. L’arrivo a Majorca è previsto per la sera dopo.

Juanita è nata e vive a Palma di Majorca. Ha un monolocale. Fra due giorni riparte per un  viaggio di una settimana. Propone a Jimmy di stare a casa sua. Prima di ripartire lo presenta nel posto dove lavora quando non viaggia, la gelateria La cattedrale della Rivareno, vicino a casa. E’ appena andata via una ragazza italiana, Greta. Lo prendono subito. Farà le consegne delle torte gelato a domicilio.

Palma di Majorca è una bella città. Nel porto sono ancorati yacht lussuosi. Proprietari ed equipaggi animano la vita notturna intorno ai bar, alle discoteche e ai pub del centro storico. Juanita lo ha portato dal Tunel,  a mangiare la paella con la miglior sangria de cava della città. Da lì al Chakra un wine bar raffinato nel rione di Santa Catalina. Juanita parte. Inizia la nuova vita di Jimmy. In questo mese deve lavorare il più possibile per mettere da parte un gruzzoletto..

4. Un mese a Majorca

Jimmy è un ragazzone di 18 anni, alto 1 metro e novanta, capelli ricci e scuri, carnagione olivastra. Piace alle ragazze. A Majorca i locali sono aperti quasi tutta la notte e sono affollati, ci sono molte ragazze francesi, tedesche, inglesi, un po’ di tutti i Paesi. Jimmy conosce Vlasta, una ragazza cecoslovacca. Lavora anche lei in una delle 3 gelaterie  Rivareno. Jimmy ha notato che Vlasta lo guarda. Prende l’iniziativa. Vieni a ballare stasera, le chiede con una certa spavalderia, appresa da Juanita. Vlasta è presa alla sprovvista, arrossisce un po’, ride, e accetta. Alle due di notte, finito il turno di lavoro, vanno nel rione Paseo maritimo, in una delle tante sale da ballo. Jimmy la conosce, c’è stato con Juanita. Il bar tender lo saluta, come fosse un habitué del locale. Vlasta lo guarda ammirata.

Alle 4 del mattino vanno allo Sky bar, all’ultimo piano dell’albergo, con vista mozzafiato su Majorca. Vivo qui da due anni, ma non avevo mai visto un posto così bello- Si baciano e vanno  a casa di Vlasta. Divide un appartamento con altre due ragazze, ma nessuna si occupa di ciò che fanno le altre. Jimmy scopre un nuovo stile di vita.

Il mattino dopo vanno al mare, alla bellissima spiaggia Illetas, dove trascorrono la giornata in allegria fino alla ripresa del lavoro. Non hanno chiuso occhio. Attenta a servire il gelato, dice ridendo Jimmy - E tu, ribatte Vlasta, porta le torte all’indirizzo giusto.

Vlasta si innamora, ma Jimmy pensa a Juanita.

5. A Ceuta

Juanita rientra a casa dal viaggio. Jimmy l’aspetta a braccia aperte. Ha pensato molto a lei durante la sua assenza. E’ innamorato. Juanita sorridente, anch’io ti voglio bene, ma l’amore per sempre è un’altra cosa, vuol dire una vita insieme e, per questo bisogna conoscersi meglio. Ma io voglio vivere con te , per sempre’, risponde Jimmy. E Juanita  Ora devi pensare al tuo viaggio in Marocco.  Ne riparliamo quando ritorni. Io ti aspetto, non scappo e non mi sposo, te lo prometto..

Passano l’ultima settimana appassionatamente insieme. Juanita gli consiglia di andare a Ceuta, una città non lontana da Gibilterra, la più vicina l Marocco.. Arriva il giorno della partenza . Zaino in spalla, Jimmy abbraccia Juanita e salta sul treno. A presto  si gridano  entrambi, lui dal finestrino, lei dal marciapiede..

Ceuta è una città i circa 80.000 abitanti, di fonte a Tangeri, importante porto del Marocco, da cui la dividono poche miglia. A Ceuta arrivano migliaia di migranti clandestini.  Fra Spagna e Marocco i contrasti sono frequenti. Il Marocco accusa la Spagna di offrire rifugio e protezione ai ribelli del Polisario, la regione del Sud, al confine  con la Mauritania, che rivendicano l’indipendenza. Il Marocco da parte sua  non contrasta il flusso di migranti che cercano di raggiungere Ceuta, anche a nuoto.

La chiusura della frontiera con il Marocco mette in crisi l’economia della città, fondata sul commercio con la clientela marocchina e sulle esportazioni verso il Marocco. I capannoni della zona industrial sono diventati centri di accoglienza. La popolazione odia i migranti. Jimmy viene scambiato per uno di loro.  Nessuno gli affitta una stanza, dormire all’apèrto è pericoloso. Si lascia prendere dalla polizia e rinchiudere in uno dei Centri di accoglienza.  Forse, pensa, lo  spediranno in Marocco.I migranti del Centro di accoglienza lo guardano con sospetto, forse è stato mandato dalla polizia per sorvegliarli.Una settimana dopo viene imbarcato e spedito in Marocco.

6 Da Tangeri a Agadir.

Il più è fatto pensava Jimmy, nelle notti insonni del Centro di accoglienza di …., sono in Africa. Ma Agadirè lontana, sono 800 km. Certo si può p.rendere il treno, lanave, l’aereo, ma costano troppo, a Tangeri non c’è lavoro per guadagnare i soldi necessari.. Che fare ?

Nel Centro di accoglienza conosce Mamou, un ragazzo di Nouakchott, la capitale della Mauritania. Ogni mese, gli dice, da Bir Moghrein parte una carovana che attraversa tutto il deserto. Potremmo fare il viaggio insieme fino a casa mia, poi da lì facile imbarcarsi su un peschereccio per risalire a Agadir. Puoi viaggiare gratis, basta che aiuti a buttare il pesce dalle reti nei cassoni. Ti va? Jimmy guarda nello zaino. La scatoletta di Juanita con le pastiglie magiche c’è. Va beve, vengo con te.

Bir Moghrein. riprende Mamou, è una cittadella della Mauritania al confine con il Marocco.. Da qui sono circa 800 km,bisogna andarci in pullman, bisogna attraversare le montagne dell’Atlante, senza entrare in Algeris. E’  pericoloso, ci sono le tribù del Polisario, che fanno rapine, hanno bisogno di soldi. Combattono per l’indipendenza dal Marocco  Quanto costa il viaggio ? chiede Jimmy. E Mamou ‘ qui si paga in CFA . Il prezzo del biglietto è 10.000 CFA, cioè circa 35 euro.

Va bene, ci sto risponde Jimmy, il cui tesoretto ammonta a 200 euro.

 

7 Verso la Mauritania

Prima della partenza bisogna pensare ai documenti. Jimmy è entrato clandestinamente in Marocco. Con il passaporto italiano è arrivato in Spagna, ora senza il visto di ogni Paese non può proseguire. Mamou ha un amico al consolato della Mauritania di Tangeri. Va a trovarlo. Gli spiega la situazione. L’amico Futizzon (dal verbo futizza= imbrogliare) ci pensa su. E’ un caso complicato, bisogna mettergli sul passaporto due visti, retrodatando quello per il Marocco. Scuote la testa, accarezza il mento, poi  Ci vorranno almeno 10.000 CFA.

Tangeri, detta la città bianca, ha più di 2.500 anni. E’ stata dominata a tanti popoli, i fenici, i romani, i visigoti, gli arabi, i portoghesi, gli inglesi e gli spagnolo, che hanno lasciato i segni del loro passaggio. L’ufficio di Futizzon dà sul Gran Sacco, , una grande piazza rettangolare al centro della città vecchia, dove c’è il suk e una serie di botteghe artigianali- Due giorni dopo Jimmy va a ritirare il passaporto con i visti. Il suo tesoretto ora è ridotto a 150 euro.

Finalmente arriva il giorno della partenza. Il pullman non arriva fino a Bir Moghrein, si ferma a ….., prima della frontiera. Bisogna fare a piedi circa 30 km per arrivare a Bir Moghrein.

Il pullman parte al mattino presto. Arrivano alla frontiera prima di mezzogiorno. I documenti sono in regola,passano veloci. Prima del buio arrivano stremati a Bir Moghrein. E’ pericoloso dormire all’aperto. Vanno in albergo. Del tesoretto di Jimmy restano 120 euro.

8  Bir Moghrein

Bir Moghrein è la porta del deserto del Sahara occidentale,situata all’estremo nord della Mauritania. Più che una città è un grosso borgo agricolo. Nell’unico albergo, dove passano la notte, Jimmy e Mamou, affamati, divorano una padellata di una pasta morbida, condita con molte spezie. Jimmy chiede a Mamou Che cos’è? indovina,risponde Mamou. Jimmy assaggia più volte, ma non capisce. Sono patate, spero ti piacciano, ne mangerai tante nei prossimi giorni con la carovana. Le patate di Bir Moghrein sono famose in tutta la Mauritania.

 

Vanno a letto presto. All’alba hanno appuntamento alla moschea con Ahmed Zoer, il capo della tribù dei Nemadi. i Nemadi sono pastori, dediti all’allevamento di dromedari. Vivono di pastorizia in vasti territori aridi  che conoscono bene. Sfruttano le scarse risorse, acqua ed erba, spostandosi da una zona all’altra con i loro animali Fino a non molti anni fa parevano in via di estinzione. Le ultime stime parlano di meno di 1.000 Nemadi in Mauritania. Con l’arrivo di Ahmed Zoer le cose sono cambiate- Sono loro a fare la carovana che attraverso il deserto arriva a Nouakchott.

L’imam ha appena aperto la moschea quando arrivano i nostri due amici.

Poco dopo entra anche Ahmed Zoer.

9 Ahmed Zoer

Ahmed Zoer è basso di statura. E’ magro,  a prima vista pare un ometto qualsiasi. I capelli sono crespi e grigi, un po’ di barba sotto il mento. Gli occhi chiari e lo sguardo penetrante. Di carnagione olivastra, ma scura, perché suo padre ha sposato una donna Tuareg della Libia. Perciò gli anziani della tribù non lo amano. Viceversa è l’idolo dei giovani, perché, con la carovana, ha aperto loro nuovi orizzonti, oltre il deserto. Non porta le insegne di comandante. I nostri amici non lo riconoscono. E’ lui a presentarsi. Mamou e Ahmed parlano prima in arabo e poi in francese per farsi capire da Jimmy

Ahmed scruta entrambi, quasi volesse leggere i loro pensieri. E poi Che cosa volete da me? Mamou Vogliamo venire con la carovana fino a Nouakchott. Ahmed li guarda ancora Il viaggio è lungo, dura quasi un mese, dove c’è un’oasi ci fermiamo qualche giorno per fare le provviste di acqua , erbe e datteri.. Viaggiamo di notte, di giorno fa troppo caldo. Dovete versarmi metà dell’importo alla partenza e l’altra metà all’arrivo. Sono in tutto 25.000 CFA.

L’oste dell’albergo mi ha detto che se lavoriamo durante il viaggio il prezzo si riduce. Sì, risponde Ahmed, vi do 2.500 CFA per ogni giornata lavorativa nelle oasi. Si parte domani sera alle 20, dalla moschea.

10 Attraverso il deserto

Durante la giornata Mamou e Jimmy vanno al suk nel Gran Sacco. Acquistano due coperte per la notte, e due tuniche, una più leggera e l’altra più pesante, oltre a due paia di sandali e due cappelli.

Alle 19.30 sono davanti alla moschea dove trovano la carovana già pronta. Alle 20 precise Ahmed guida la carovana verso la grande porta Sud, che si apre sul deserto. Bir Moghrein sta su un’altura. Dalla porta una vista mozzafiato  sul deserto fino all’orizzonte.

I nostri due amici sono sistemati su un carro, senza telone, in mezzo ad alcuni sacchi di datteri. Con loro ci sono altri giovani Nemadi, che dopo averli guardati con sospetto, incominciano a parlare in berbero con Mamou. Già dopo le 22 fa freddo e tutti si sdraiano avvolti nella coperta.

Durante la notte la carovana percorre circa 30 km. La strada o meglio la posta sale e scende fra le dune, con scossoni che ti svegliano di soprassalto. Poi, un po’ alla volta, ci si fa l’abitudine.

Al mattino si dà da mangiare ai dromedari e l’acqua per riempire il serbatoio naturale sotto la gobba. Si preparano i pasti, patate con harissa e altre spezie. Alla sera, prima di coricarsi, si beve l’amaro Mariatreben.

Per lavarsi e per fare il bucato bisogna aspettare la prima oasi. L’acqua è troppo preziosa.

11 L’oasi

La carovana arriva all’oasi di….. 3 giorni dopo. Le scorte di acqua sono finite. I dromedari sono esausti. Per fortuna ora si può riposare, abbeverare gli animali, fare il bucato, lavarsi, raccogliere datteri e erbe per proseguire tra qualche giorno.

Jimmy pensa sembra il paradiso, di cui parla la bibbia, dove sono Adamo ed Eva.. Come sarebbe bello il mondo de Eva non avesse mangiato la mela. Ahmed chiama tutti i ragazzi, incomincia la raccolta dei datteri. E’ un lavoro  che richiede forza e agilità. Il raccoglitore deve salire più volte per staccare dalla palma i caschi di datteri maturi. E’ un acrobata, ha piedi nudi, legati da una corda, che blocca il pericolo di caduta.  Jimmy è forte e anche agile, ma alla sera, oltre a essere molto stanco ha le mani con le mani piene di graffi e piccole piaghe. Le avvolge in un panno bagnato, si nasconde, vuol guadagnare anche domani  2.500 CFA.

In 3 giorni riempiono 10 sacchi di datteri, è ora di ripartire.. Il viaggio proseguire in allegria. I ragazzi della carovana sono amici di Manou e Jimmy. Manou racconta loro tutto di Nouakchott . 500 metri davanti alla carovana, un guerriero E’ l’alba. Presto si fermeranno- Il guerriero scruta l’orizzonte per scoprire eventuali pericoli. Ora suona la tromba. Ha visto in lontananza un gruppo di cavalieri. Sono predoni armati. Ahmed prende il fucile e con altri 5 giovani lanciano al galoppo i dromedari sparando a raffica di fucilate. I predoni si allontanano..E’ trascorsa un’altra giornata. La prossima oasi è ancora lontana. Stasera bisognerà partire presto. Fare tappe più lunghe, mangiare e dormire meno. Dormono nei carri.

12 Nouakscot

La capitale della Mauritania è una città moderna, che al suo interno nasconde ancora quartieri fatti di baracche. La carovana arriva a tarda mattinata dopo una tappa di  oltre 12 ore. Uomini e animali sono stremati. Ci si organizza per la sosta che qui sarà più lunga. Le tende vengono montate in un capannone abbandonato della zona industriale. I ragazzi dormono solo poche ore. Vogliono che Manou e Jimmy li accompagnino a vedere le meraviglie della città.

Li portano ad ammirare lo spettacolo delle navi colorate dei pescatori. Verso sera  iniziano ad arrivare una miriade di barche di pescatori: tutto si anima, i carretti arrivano trainati dai muli o da uomini, i meno fortunati), le barche vengono issate sulla spiaggia a forza di braccia, arrivano anche gli acquirenti, che per pochi soldi portano a casa chili di pesce.

In questi giorni si festeggia la Gueta, la festa dei datteri. Con danze e musica locale; proprio ora si sta celebrando un  matrimoni. Ci sono tante famiglie  nomadi  e accorse per l'occasione che discutono di alleanze e  compravendite . Il mercato è pieno di bancarelle con oggetti di cuoio decorato, tappeti di lana, sculture di legno, bigiotteria locale e dai gioielli veri e propri, che spesso vengono venduti ad ottimo prezzo. Jimmy guarda con ammirazione alcuni modelli di vestito da uomo, il bub e un chech, la sciarpa desertica da usare come turbante. Molto belli anche agli strumenti musicali tradizionali utilizzati dai grigot tra cui troviamo i gicitati liuto (Tieni) e arpa (Ardin)

Le tentazioni sono molte, ma i soldi sono pochi. Meglio andare a fare un bagno sulla lunga spiaggia. Gli anziani vanno invece a visitare la moschea di Ibn Abas, detta mosche rosa, al centro della città.

 

 

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