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Ieri alla Repubblica delle idee, che va concludendosi dopo una settimana di intensi dibattiti, di cui riparleremo nei prossimi giorni, c’è stato il confronto fra Eugenio Scalfari, l’anziano fondatore di Repubblica e Matteo Renzi, il giovane dirigente politico. L’incontro è stato moderato da Claudio Tito. Ha iniziato Scalfari chiedendo a Renzi se potevano essere d’accordo nel darsi del tu, cui è seguito un simpatico siparietto. In un’atmosfera così distesa il moderatore, Claudio Tito, ha dato avvio al dibattito. Scalfari ha ricordato la convergenza di opinioni con Renzi sull’opportunità di un ministro delle Finanze europeo e gli ha proposto anche una polizia a livello europeo, un ministero dell’Interno/difesa unico, per essere più efficace contro il terrorismo. Su questo tema Renzi preferisce puntare su una politica condivisa di investimenti strutturali sulle periferie urbane ( teatri, scuole, biblioteche, laboratori di apprendistato, ecc) per contrastare il degrado, dove crescono i terroristi. Il pericolo maggiore è dentro l’Europa, non fuori. Hanno parlato poi Matteo ed Eugenio dell’eventualità del Brexit, dell’egemonia della Germenia, della crisi francese, della possibilità per l’Italia di diventare il partner critico principale della Germania, mostrando una forte sintonia. Poi il moderatore ha introdotto il tema dei populisti. Secondo Scalfari esistono gli antieuropei che crescono ( Le Pen, Salvini, ecc) ma il dramma politico maggiore è dato dal disinteresse crescente, dagli astensionisti, cui si aggiungono in Italia i 5 Stelle, gli astensionisti che votano, ma non partecipano. L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata al referendum sulla riforma costituzionale, in cui Scalfari ha ribadito il suo accordo sulla sostanza della riforma ma il suo disaccordo sul combinato con la legge elettorale, che può consentire un domani a dare per 5 anni il governo a chi otterrà anche meno del 40% dei voti. Per Renzi il ballottaggio costringe l’elettorato al secondo turno a scegliere fra due proposte e vince chi ha il 50%+1 dei voti. E, soprattutto, può governare senza condizionamenti di alleanze spurie, ricercate prima del voto o dopo il voto. Non si può continuare, secondo Renzi, ad avere 63 governi in 70 anni di Repubblica. L’Italia perderebbe di credibilità in Europa. E’ stato un dibattito pacato e ricco di spunti che si può seguire in registrata su Repubblica.it. Il mio è un invito ad ascoltarlo ( 1h.15’)