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Umbria Jazz 2016 raggiunge la quarantatreesima edizione in buona salute, attraverso circa 240 eventi dall’8 al 17 luglio in almeno sette luoghi (Santa Giuliana, i teatri Morlacchi e Pavone, la Galleria nazionale dell’Umbria, la basilica di San Pietro, e, per i live gratuiti, piazza Garibaldi e la Bottega del vino) su strade ormai note. Ovvero senza grandi sorprese in luoghi e contenuti. Ambito il secondo, nel quale d'altronde UJ ha da anni abituato il proprio pubblico a sconfinamenti rispetto al termine jazz – peraltro sempre più difficile da usare con pertinenza – da farne ormai una caratteristica essenziale. L’apertura dell’8 luglio all’Arena Santa Giuliana, è stata affidata a Massimo Ranieri. Fuor da ogni dubbio artista grandissimo, attore di cinema, teatro e tv, cantante, regista, persino ballerino, del quale però non si conoscevano speciali propensioni jazzistiche. Accanto a lui sul palco per Malìa-Napoli 1950-1960, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Stefano Di Battista, Riccardo Fioravanti e Stefano Bagnoli. Ne è nato un florilegio di canzoni partenopee del dopo guerra, vestite di swing a stelle e strisce; influenza dettata dalla storia che, come si sa, ha avuto in Renato Carosone il suo massimo pioniere e cantore. Il programma del Festival è ricchissimo: Da Corea, Metheny, Scofield e Ron Carter al giovane, formidabile talento di Kamasi Washington. E i figliocci di Quincy Jones Jacob Collier e Jacob Kauflin. Col ritorno in Italia di un gigante funky come George Clinton e la promessa Ola Onabulé il festival insiste sulla grande black music. Notte blues col mito Buddy Guy. Alla scoperta del pop cabaret di Melody Gardot. E fra gli italiani occhio ai tromboni: quello di Petrella coi "Cosmic Renaissance" di Petrella mentre Ottolini rende omaggio a Buster Keaton . Grazie Umbria Jazz per essere sempre l’avanguardia del Jazz in Italia.