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Nessuno l’aveva previsto, né analisti, né giornalisti, né sondaggisti, né il popolo delle grandi città, quelle che si vedono in televisione, quelle che per noi sono gli Stati Uniti. C’è invece un popolo nascosto, di cui buona parte non votava nelle passate elezioni, che non partecipa attivamente alla vita politica e sociale che non si mostra nelle manifestazioni di piazza. Questo popolo è fatto in gran parte di middle e low class, di razza bianca, di età superiore alla media, poco acculturati, che abitano nelle middle town. Sono il ventre molle e nascosto degli Stati Uniti. Sono americani da più generazioni e vengono soprannominati ‘natives. Sono stati duramente colpiti dalla crisi. Trump ha capito che poteva trovare lì i voti in più che non poteva trovare altrove. Bisognava farli uscire allo scoperto, farli prendere posizione, farli votare. Per loro ha adottato il linguaggio del provocatore, volgare, del cattivo contro tutti coloro che non sono veri americani, perché arrivati negli ultimi decenni.. Ha blandito i natives sposando la loro subcultura conservatrice in fatto di sesso, di razza, di religione. Ne ha fatto dei privilegiati, quelli che hanno il diritto di scegliersi il Presidente. Nessuno c’era riuscito prima così bene. Perciò ha vinto contro ogni previsione.In campo democratico i giovani, i Millenials, i più fervidi sostenitori di Sanders, si sono astenuti, non hanno avuto il coraggio di votare Hillary, troppo legata all’establishment e alle banche. Adesso bisognerà vedere come Trump farà a mantenere le promesse che ha fatto a questo popolo di ‘natives’. Adesso anche noi conosciamo un po’ meglio gli Stati Uniti, dalla cui composizione socio antropologica dobbiamo imparare ancora molto.