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Al peapro Carignano sta parlando Dalì Nasco Cruz della Comunità del cibo messicana, a nome dei 7.000 contadini presenti provenienti da 141 Paesi del mondo. Ci sono il Presidente della Repubblica,il ministro dell’agricoltura, il Presidente della Regione Piemonte, la sindaca di Torino e , naturalmente Carlin Petrini, l’anima che parla a questo mondo.Sergio Staino racconta così il suo incontro con Carlin Petrini: Un mattino che già volgeva a mezzogiorno, ad un tavolino del bar, commentavamo le cene che si consumavano alle tante Feste de l’Unità e di quanto fosse diffusa una qualità di cibo assai scadente e precaria. Carlin ci stupì tutti con questa riflessione: «Ma è possibile, porco di un cane, che il proletariato, oltre che prenderlo sempre nel culo sul luogo di lavoro, deve trovarsi anche nelle sue feste a mangiare di merda?». In pratica era nata Slow Food, o almeno la prima scintilla di quella grande idea che diventerà prima Arcigola e poi su su, fino a Slow Food International, per sfociare nell’ambizioso e rivoluzionario progetto di Terra Madre.Se mi chiedete se me lo sarei immaginato, la risposta non può essere che “no” ma quando adesso qui al Carignano mi volto indietro a guardare il lungo cammino che Carlin ha percorso vi giuro che mi sembra tutto di una naturalezza disarmante, non poteva che andare così. Solo l’aia è cambiata. Adesso, grazie alla globalizzazione telematica l’aia è diventata tutta la terra e in ogni più lontano angolo in cui una sperduta comunità del cibo difende i prodotti del suo pezzetto di terra, è presente quest’anima di Carlin. Un’anima che parla al mondo, che parla alla parte povera del mondo, ma anche la parte che con il suo lavoro sa far fiorire la terra, tutta, dalle Fiandre all’Amazzonia, da Montalcino a Ouagadougou. Intanto, dal palco il Ministro Martina annuncia che Terra Madre è invitata ufficialmente al G7 del prossimo anno. Cavolo, Carlin! Vai sicuro: siamo tutti con te