per l'etica laica, sociale e autodeterminata

Pessimista per la prima volta ( 31 dicembre, fine dell’anno)

31.12.2017 20:54

L’anno 2017 si chiude con pessimi auspici per l’anno che viene, il 2018. In un clima di individualismo dominante, non abbiamo consapevolezza delle trasformazioni in corso nella società in cui viviamo. Fra tutte l’immigrazione, l’arrivo in Italia di tanti giovani dall’Africa e dal medio oriente.

Ho parlato spesso quest’anno di società multietnica, di integrazione di questi giovani che arrivano, pieni di speranze , dopo un viaggio allucinante, alla ricerca di una vita migliore. E’ un nuovo ciclo storico che si ripete a distanza di 100 anni: allora furono milioni di italiani, polacchi, ungheresi, irlandesi, uomini e donne dei paesi più poveri dell’Europa che attraversarono l’Atlantico per cercare in America una vita migliore. Uomini e donne che furono rapidamente integrati e hanno poi contribuito con il loro lavoro ed i loro sacrifici a far crescere gli Stati Uniti, il Canada e gli altri paesi del Sud America. Dovrebbe valere il vecchio e saggio principio ‘Historia magistra vitae’, ma così non è. Di questa epopea storica degli inizi del Novecento ce ne siamo completamente dimenticati o non l’abbiamo mai appresa sui libri di scuola. Ed ora, invece di accogliere questi giovani nei nostri borghi e nelle nostre città, li rinchiudiamo in squallidi centri di accoglienza, dove trascorrono mesi e anni, senza alcuna prospettiva di costruire il proprio futuro nel nostro Paese. E  affermiamo di essere cattolici, ma, in questo caso, non seguiamo i precetti di Papa Francesco.

Nei primi giorni dell’anno inizierà la campagna elettorale e il tema del respingimento dei rifugiati sarà centrale. Coloro che hanno disertato l’aula del Senato , per far decadere l’esame della legge dello Ius soli, che doveva conferire la cittadinanza italiana a 800.000 bambini e ragazzi nati in Italia e amici dei nostri figli, chiederanno e otterranno il voto della maggioranza degli italiani. Ma è possibile che ciò accada, mi chiedo ? Purtroppo sì. Ecco perché sono pessimista per la prima volta nella mia vita. Io sono nato in Francia nel 1937. Fino a 21 anni ho avuto la doppia cittadinanza, italiana, in quanto figlio di italiani, e francese. Successivamente ho optato per la cittadinanza italiana. Ma ancora oggi sarei un potenziale cittadino francese. Impariamo dalla Francia. Non è una questione di destra o di sinistra, è una questione di civiltà.

In questi ultimi due anni la mia casa è stata aperta ad alcuni di questi ragazzi africani. Ho sperato di vedere un po’ alla volta qualcun altro di questi ragazzi in giro per il paese in cui vivo, accolto da altre famiglie. Ma non è successo nulla.

Stasera festeggeremo l’arrivo dell’anno nuovo. Ricordiamoci che ci sono 15.000 ragazzini minorenni che sono soli, senza famiglia, senza affetti. Nel maggio scorso è stata approvata una legge che consente a ogni adulto di diventare tutore di un ragazzo minorenne rifugiato, cioè di affiancarlo, andandolo a trovare e offrendogli un po’ di calore umano. Basta poco per farlo, ricordiamocene.

Stasera io trascorrerò il mio veglione pensando a loro e a ciò che potrò fare l’anno prossimo.

 

© 2013 Tutti i diritti riservati.

Crea un sito gratisWebnode