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Lo stato brasiliano che ospiterà le Olimpiadi fa molta fatica a pagare gli stipendi e finanziare la sanità, la sicurezza e le stesse opere annunciate per i Giochi, che iniziano tra poco più di un mese. Quando nel 2009 Rio de Janeiro si aggiudicò l’organizzazione delle Olimpiadi del 2016, il Brasile aveva programmato la realizzazione di una serie di progetti per dimostrare quanto il paese fosse cresciuto. Ma quando tra due mesi i turisti inizieranno ad arrivare per assistere ai giochi, troveranno in mostra una situazione disastrata e non il meglio del Brasile. Il porto pieno di scarichi che i turisti incroceranno sulla strada dall’aeroporto – dove si svolgeranno le gare di vela delle Olimpiadi –voleva essere una baia pulita e scintillante. La nuova linea della metropolitana che i visitatori prenderanno per andare a vedere le gare dall’elegante quartiere della spiaggia di Ipanema funzionerà a orario ridotto, nel migliore dei casi, dal momento che la linea sarà inaugurata solo quattro giorni prima della cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Secondo un alto funzionario brasiliano, poi, l’attrezzatura all’avanguardia che la polizia brasiliana avrebbe dovuto ricevere per garantire la sicurezza dei turisti non arriverà mai. Benvenuti in Brasile, un paese in crisi politica, economica e fiscale. «Andando a rivedere i documenti per la candidatura del 2009, le Olimpiadi dovevano essere progettate e pubblicizzate per mostrare come il Brasile fosse una democrazia fiorente e un’economia in crescita», ha detto Jules Boykoff, autore di un libro sulla storia delle Olimpiadi, che giudica in maniera critica l’eredità dei grandi eventi sportivi. Come cambiano le cose in sette anni. La maggior parte delle arene e delle infrastrutture da 39 miliardi di reais (quasi 10 miliardi di euro) costruite per le Olimpiadi saranno pronte in tempo. I lavori non terminati, però, sono un segno di un problema molto più ampio, che durerà per molto tempo, anche dopo che i turisti se ne saranno andati: lo stato di Rio è praticamente sul lastrico.