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Match aspro fra Renzi e Zagrebelsky su La7.

02.10.2016 07:50

 

Matteo Renzi e Gustavo Zagrebelsky hanno duellato di spada più che di fioretto davanti a un Mentana arbitro e ovviamente ben felice di questo match su La7.L’ex presidente della Consulta ha esposto con dovizia i suoi argomenti ipercritici sulla riforma. Ma sul punto con la “p” maiuscola sul quale Renzi lo incalzava – il mix di riforma costituzionale e Italicum suggeriscono  una riforma autoritaria? – Zagrebelsky si è un po’ rifugiato in corner: “Non il suo governo, ma vedo i pericoli dei populismo e delle destre”.E poi ha attaccato: “Si arriva all’oligarchia”. Al che Renzi è sbottato: “Questo è un insulto agli italiani, all’Italia”.Sull’Italicum il professore  allude esplicitamente all’evenienza di un ritorno al proporzionale, evitando  lo strapotere di chi vince. Mentre il premier dice ancora una volta che abbiamo avuto un numero impressionante di governi, non solo, ma che l’Italicum “è già un proporzionale” che non dà alcun strapotere.In ogni caso – è la vera notizia data dal presidente del Consiglio – “il Pd prenderà un’iniziativa” per cambiarlo, l’Italicum: “Lo hanno capito anche i sassi che cambierà, io dico: purtroppo”. Alla critica dell’ex presidente della Corte Costituzionale che ha bocciato “il mantra” sulla necessità di conoscere “la sera del voto” chi governerà per 5 anni perché il rischio di questa concezione è che “poi per 5 anni cittadini sono servi, e in 5 anni si può distruggere un Paese”. E invece Renzi ha difeso, ricordando Leopoldo Elia, la democrazia che decide il governo del Paese.La contro-obiezione che il premier ha mosso al suo antagonista è quella della “palude” con il regno dell’instabilita politica.Abbastanza su due pianeti diversi, i duellanti hanno tenuto il punto su tutto. Era scontato. Più avanti gli animi si sono ulteriormente scaldati quando si è fatto il nome di Berlusconi. Renzi ha messo un po’ la quarta – “Berlusconi vota come lei” – mentre Zagrebelsky ha detto che “a un certo punto Berlusconi non si è più fidato di voi è le riforme costituzionali si basano sulla reciproca fiducia, è una riforma che viene imposta da una parte sul l’altra. Il Paese è diviso in due, il suo partito è diviso in due”.Spigolosi fino alla fine, a pochi centimetri dall’attacco personale diretto – pur evitato – si sono viste due mentalità, oltre che due linee, molto diverse. Lontani, lontanissimi, i due. Più o meno come un Sì è un No. Bel dibattito, però.

 

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