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L’astensione, il male oscuro che mina la democrazia ( seconda parte)

02.06.2016 09:28

 

Con le elezioni amministrative 2016 alle porte, mentre si parla del voto partigiano in vista del referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, vale la pena leggere il saggio Fuga dalle urne, scritto dal senatore del PD Federico Fornaro, da sempre studioso di flussi elettorali. I partiti si sciolgono come il ghiaccio. Lo zoccolo duro di votanti? Ormai un ricordo del passato. L'astensionismo è agli apici. L’elettore identificato e fedele (architrave della democrazia dei partiti) è una figura in declino», che progressivamente tenderà a essere sostituita da un «elettore disincantato e intermittente», che decide di volta in volta se andare a votare e a chi dare il proprio consenso.. L’assetto bipolare della Seconda Repubblica è risultato così fortemente ridimensionato dal clamoroso risultato del Movimento 5 stelle, che alla prima elezione, superando il 25% dei suffragi, è diventato il partito più votato sul territorio italiano; si è registrato, infine, un livello di ''volatilità'' elettorale (40%) mai raggiunto prima nella storia della democrazia italiana. Gli anni dominati dalla ''democrazia dei partiti'' con il 90% e più di votanti sembrano distanti anni luce». Appare evidente  che il voto non è più un veicolo di cambiamento e la politica non riesce più a suscitare speranze L’elettorato si divide in 3 classi :fedeli (30%), fluttuanti (40%), astensionisti (30%)  La democrazia si basa sulla partecipazione, avrà dunque la meglio il partito che saprà ricostruire la fiducia dei cittadini verso le istituzioni.

 

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