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l'agriturismo ride, l'albergo piange

01.04.2016 09:23

Il 2016 sarà l'anno dell'agriturismo. Dopo la prova generale del weekend di Pasqua che ha registrato una crescita del 15% rispetto allo scorso anno, si attende una super estate con 7,5-8 milioni di presenze in più da maggio a settembre. L'obiettivo è sfondare il muro di 1,5 miliardi di fatturato, superando l'1,2 del 2015. A fotografare così  il comparto è la Cia-Agricoltori Italiani, che oggi ha lanciato la seconda edizione del Festival nazionale degli agriturismi. Un comparto che conta 232 mila posti letto, 480 mila coperti e 2 mila aziende specializzate in attività sociali e didattiche, un patrimonio per l'Italia, spiegano dalla Cia, che è riuscito a tamponare l'emorragia dell'agricoltura degli ultimi dieci anni; a fronte della chiusura del 22% di aziende agricole, le agrituristiche sono aumentate del 55%, giocando un ruolo decisivo per la tutela ambientale, visto che oltre 7 mila insistono in aree montane e dove le titolari donna hanno superato quota 7.800. Peccato che la realtà, signori della CIA-agricoltori, sia un po’ diversa. La maggior parte degli agriturismi sono soltanto affittacamere. Il proprietario  consegna le chiavi all’arrivo del turista e le ritira alla partenza. Hanno ricevuto finanziamenti a fondo perduto e a tasso agevolato  per ristrutturare vecchi casali abbandonati e, in molte regioni, hanno messo in crisi il comparto alberghiero. Se l’agriturismo ride, l’albergo piange.

 

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