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La violenza esplode intorno a noi, non serve piangere, bisogna agire

16.07.2016 09:02

 

Tre giorni fa 23 morti nello scontro fra due treni in una tratta a binario unico fra Andria e Corato in Puglia, due giorni fa 84 morti e 200 feriti nella mattanza fatta da un camion lanciato a tutta velocità sul lungomare di Nizza, ieri altri 20 migranti africani affogati nel canale di Sicilia, stanotte un tentativo di rivolta in Turchia contro la dittatura di Erdogan.  E noi continuiamo a vivere la nostra vita di ogni giorno, raccontandoci compiaciuti che viviamo in pace da oltre 70 anni. Nel comune in cui vivo 30 migranti africani sono ‘parcheggiati’ da oltre un anno in una struttura di accoglienza in campagna, a oltre 2  km dal centro abitato; nel comune vicino altri 80 migranti bivaccano in due alberghi, alcuni sono lì da due anni. Sono in attesa di andare….dove? Nei Paesi del Nord Europa che non  vogliono più accoglierli. Siamo di fronte a un flusso migratorio inarrestabile destinato a crescere fin quando nei Paesi dell’Africa e del medio oriente non ci sarà  pace esviluppo economico. Lo stesso fenomeno successe oltre cent’anni fa. Dai Paesi più poveri dell’Europa , fra cui l’Italia, milioni di poveri contadini partirono verso l’America, ammassati nelle stive dei transatlantici.. Dal 1861 al 1961 partirono dall’Italia in più di 20 milioni, il più grande esodo della storia. E ogni Paese europeo non è oggi capace di ospitare alcune centinaia di migliaia  di migranti ? Che fare in Italia  per evitare che decine di migliaia di profughi affollino strutture di accoglienza, simili a dei ghetti isolati e guardati con crescente diffidenza dalle popolazioni locali, nonostante i reiterati appelli di Papa Francesco ? Ma dov’è lo spirito cristiano di questo Paese? Non basta fare la carità, non basta neppure il volontariato di assistenza, pur prezioso.  Io sono ateo, e vi dico che  l’accoglienza in famiglia è la strada maestra per favorire l’integrazione dei migranti e contribuire in modo armonico a costruire la società multietnica di domani . 18 mesi fa io ho conosciuto un ragazzo senegalese di 18 anni. Vive con me da un anno, ha imparato l’italiano, sta superando gli esami per la patente, ha trovato un lavoro part time nei fine settimana. Abbiamo stabilito una felice convivenza. Mi aiuta nei lavori di casa, perché ho quasi 80 anni, ed io mi sento più giovane con lui. Tra pochi mesi sarà  pronto per diventare un cittadino italiano perfettamente integrato e  indipendente.

 

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