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L’orgoglio di un radical chic, lettera a Repubblica di un lettore valòdostano

28.11.2016 09:20

 

Caro dottor Augias, non mi vergogno di dirlo: sono un radical chic. Passo molto tempo sui libri e cerco di non perdere contatto con la cultura e anche con i social media. Ho anche pranzato con ottimo cibo in qualche castello. Cerco di tenermi aggiornato, ma con le buone maniere. Oltre ad essere chic sono anche radical, rifiuto culturalmente ogni forma di razzismo e di discriminazione, innanzitutto contro le donne, poi contro razze e religioni diverse. Noi accogliamo essere umani, non musulmani o induisti. Assisto con rammarico alla presa di potere della parte più volgare e meno pensante del mondo. Molto preoccupante. Forse tramonta l’ultima traccia dell’illuminismo, la grande utopia libertaria ed ugualitaria che ha attraversato un cielo di tenebre. Ecco, noi radical chic vogliamo un mondo più giusto meno discriminatorio soprattutto più intelligente perché prima di prendere posizione di solito facciamo una cosa che diventa sempre più rara: pensiamo. Sento molte affinità con l’autore della lettera, mi piacerebbe conoscerlo e ragionare con lui su quanti siamo in Italia e  come potremmo organizzarci sul web, per far sentire la nostra voce, la voce di cittadini che amano il dibattito il confronto delle idee, che si ritrovano spesso nell’impossibilità di comunicare , stante il chiasso spesso volgare che li circonda. Io mi sono ritirato da alcuni anni  in una casa rurale sul monte Cetona e vivo da eremita. Grazie al web partecipo alle vicende del mondo ,  che sempre più mi preoccupano .

 

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