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Fabrizio Gatti dell’Espresso è entrato clandestinamente nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanonein provincia di Foggia, e vi è rimasto 7 giorni Ecco il suo racconto: La quinta notte apro la porta sull’inferno. Dal buio dello stanzone esce un alito di aria intensa e arroventata che impasta la gola. Si accende un lumino e rischiara una distesa di decine di persone, ammassate come stracci su tranci di gommapiuma. Niente lenzuola, a volte solo un asciugamano fradicio di sudore sotto le coperte di lana. Nemmeno un armadietto hanno messo a disposizione: ciabatte e scarpe sono sparse sul pavimento, i vestiti di ricambio dentro sacchetti di carta. Rischio di calpestare una serpentina incandescente, collegata alla presa elettrica da due fili volanti. Qualcuno sta preparando la colazione per poi andare a lavorare nei campi. Cucinano per terra. Se scoppia un incendio, è una strage. No, questa non è una bidonville. È un ghetto di Stato: il Cara di Borgo Mezzanone vicino a Foggia, il Centro d’accoglienza per richiedenti asilo, il terzo per dimensioni in Italia. Ce ne sono molti altri di stanzoni ricoperti di corpi. I ragazzi africani vengono sfruttati anche quando dormono. Per trattarli così, il consorzio “Sisifo” della Legacoop , e la sua consorziata bianca “Senis Hospes”, amministrata da manager cresciuti sotto l’ombrello di Comunione e liberazione, incassano dal governo una fortuna, ventidue euro al giorno a persona. Adesso a gestire questi poveri ragazzi sono dei caporali nigeriani, che li accompagnano al lavoro per una giornata di raccolta dei pomodori pagata 16 euro ( poco più di un euro all’ora. Il caso è approdato alla Camera, con una interrogazione al Ministro Alfano. Ma, mi chiedo, che fanno i prefetti e le autorità locali, che fanno i sindacati, e che fanno anche i parroci, cui papa Francesco ha dato una missione ? Ci deve essere un’inchiesta giornalistica perché se ne parli ? Grazie, Espresso.