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Nel 2015 i ticket lavoro o voucher (10 euro lordi,7,5 netti, perché il 25% è riservato ai contributi previdenziali e assicurativi)) sono cresciuti del 66%. I destinatari dei voucher sono ora un esercito di 1,4 milioni, in costante aumento. Sono soprattutto i giovani (il 31 per cento), poi le donne (oltre il 50 per cento), ma anche fasce di lavoratori maturi. Il governo sta lavorando a un decreto per la tracciabilità del voucher. Oggi chi utilizza il voucher per retribuire una prestazione accessoria (la riforma Fornero del lavoro del 2012 l’ha esteso sostanzialmente a tutti i settori) deve comunicare il periodo presunto nel quale ritiene che impiegherà un determinato lavoratore. Solo a consuntivo è tenuto a comunicare i giorni esatti della prestazione lavorativa. In questo meccanismo, che si affida all’onestà del datore di lavoro, si annida la possibilità dell’elusione e degli abusi. Senza, infatti, un controllo degli ispettori dell’Inps, il datore di lavoro può formalmente comunicare di aver impiegato quel lavoratore, per esempio, un solo giorno, oppure per 2-3 ore al giorno, mentre di fatto può averlo impiegato in nero per un periodo ben più lungo o per 8 ore al giorno.. Erano nati per le attività occasionali, accessorie, stagionali. Ora sembrano prendere il posto delle vecchie collaborazioni Purtroppo in Italia molti datori di lavoro sono bravissimi a imbrogliare. Così uno strumento utilissimo per avvicinare i giovani al lavoro, per dare alle donne che hanno scelto di stare a casa la possibilità di svolgere lavori part time, per offrire ai disoccupati una possibilità temporanea di guadagno si sta trasformando in uno strumento di evasione legalizzata ed è ora nel mirino dei sindacati. Ovvero come un provvedimento di legge si trasforma da positivo in negativo.