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Un mese fa il presidente del Consiglio ha presentato a Milano “Human Technopole”, il progetto per un centro di ricerca che sorgerà in una parte dell’area utilizzata per EXPO 2015 . Il piano è stato duramente criticato dalla senatrice Elena Cattaneo, scienziata e direttrice del Centro di ricerca sulle cellule staminali dell’università degli studi di Milano, viceversa l’oncologo ed ex-ministro della sanità Umberto Veronesi ha parlato del progetto in modo molto positivo. Che cos’è “Human Technopole” ? Un centro di ricerca sui temi della salute e dell’invecchiamento le cui strutture dovrebbero occupare un’area di circa 30mila quadrati dell' EXPO 2015. Il centro sarà gestito dall’Istituto italiano di tecnologia (IIT) in collaborazione con tre università milanesi: Politecnico, Statale e Bicocca, cui si aggiungeranno altri istituti di ricerca. Il governo investirà nel progetto 1,5 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Il centro si occuperà soprattutto di studi sul genoma umano e sarà diviso in sette unità, come quella per la ricerca sull’alimentazione e quella sulle nanotecnologie. Dovrebbe ospitare in tutto 1.500 persone, tra ricercatori, tecnici e studenti. Il personale che parteciperà a Human Technopole sarà selezionato tramite bandi internazionali in campi come biologia, fisica, matematica, chimica, ingegneria, biotecnologia e ingegneria. Secondo Veronesi “Human Technopole «rappresenta la maggiore opportunità di progresso medico, scientifico e civile per l’Italia, dal dopoguerra ad oggi».
Elena Cattaneo parla di improvvisazione: Dieci anni fa il Gruppo 2003, gli scienziati italiani più citati al mondo, proponeva la nascita di una “Agenzia nazionale della ricerca”. Da allora la discussione sull’Agenzia langue. Per pianificare l’investimento decennale di un miliardo e mezzo di risorse pubbliche è bastata l’urgenza di mettere una “toppa glamour” al dopo EXPO. Ma l’aspetto peculiare di
Human Technopole, forse sottovalutato, è quello di costituire a Milano un Centro di eccellenza della ricerca scientifica, in cui coinvolgere ricercatori e studenti di tutto il mondo. Un modello finora isolato in Italia, come il Sincotrone di Trieste. Urge un progetto esecutivo delle opere, completo di stati di avanzamento, e un disciplinare per la gestione operativa
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