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Il primo desiderio dopo l’intervento è un bicchier d’acqua. Era la sua prima volta. La bimba di sei anni «dalla vita artificiale e dalla vocina da Biancaneve» come la descrive Renato Romagnoli, il chirurgo dell’ospedale Molinette di Torino che le ha ridato una vita vera mettendole un rene al posto della milza, non aveva mai potuto avvicinare la bocca ad un bicchiere. Né, in sei anni, ha mai potuto fare pipì come gli altri bimbi: dalla nascita era affetta da una rara anomalia dello sviluppo delrene. Sono stati anni strazianti , ma adesso comincia la vita vera», racconta Laura, la mamma. Ieri aveva le lacrime agli occhi raccontando i sei anni infernali accanto a sua figlia, costretta a saltare la scuola per andare in ospedale tutti i giorni a fare la dialisi e che sognava una bibita come il più grande dei regali possibili: «Questo è un vero miracolo di Natale» dice. «Bere per mia figlia, era un divieto assoluto perché non poteva assumere altri liquidi oltre quelli contenuti nei cibi. Sarebbe morta. Romagnoli lavora nell’équipe dei trapianti di fegato di Mauro Salizzoni e spiega che in questo caso una tecnica tradizionale per impiantare un nuovo rene non avrebbe potuto avere successo: «La bimba era in dialisi da quando è nata ed era affetta da una rarissima malformazione venosa a livello dei vasi addominali. Bisognava trovare un’altra sede. Così abbiamo asportato la milza e utilizzato quei vasi per impiantare il nuovo rene».Una decisione non facile da prendere. Due anni fa il trapianto era stato tentato ma il rene non aveva funzionato a causa della anomalie vascolari. La sfida però non si poteva lasciar cadere: «Quando la palla è in area di rigore — dice — o si tira in porta oppure è forse meglio cambiare sport. Il collega chirurgo vascolare Maurizio Merlo è venuto da me a chiedermi un consiglio e insieme abbiamo studiato tutta la storia della bimba, valutato le difficoltà e i rischi. Ho ipotizzato questa soluzione. Ci siamo guardati e ci siamo detti “Si può fare”».