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Poco più di un mese fa , il 22 giugno, avevamo parlato di Rio una città sul lastrico che si mette in vetrina. Ora siamo a una settimana dall’inizio del più grande evento sportivo che coinvolge tutte le discipline, anche quelle meno ospitate dalle televisioni e’meno interessanti’ per gli sponsor. Ma è giusto prosciugare le casse di un Paese per costruire strutture già fatiscenti, appena terminate, che saranno destinate poi in gran parte alla demolizione ? Il villaggio olimpico di Rio, il cui progetto è noto anche con il nome Ilha Pura, è costato quasi un miliardo di dollari ed è stato realizzato da due grosse società brasiliane, la Carvalho Hosken e l’Odebrecht. Inizialmente, le due società avevano previsto di recuperare i soldi investiti vendendo gli appartamenti una volta terminati i giochi. A causa della crisi del mercato immobiliare brasiliano però, fino ad ora sono stati venduti solo 240 dei 3.604 appartamenti e i giornali brasiliani ritengono che questo abbia causato un problema di liquidità alle due società, che quindi potrebbero aver deciso di tagliare le spese durante la parte finale dei lavori. Gli edifici non sono ancora tutti completati e 19 palazzine su 31 devono ancora passare i controlli sulla sicurezza; la delegazione australiana, tra le prime ad arrivare a Rio, ha deciso di ricollocare i propri atleti in alcuni alberghi della città, dopo che nei palazzi assegnati a loro erano stati trovati fili scoperti nelle camere e nei corridoi, bagni intasati, piccoli allagamenti e tubature che perdevano.“Tra le zone incomplete del Villaggio Olimpico di Rio ci sono anche alcuni appartamenti della palazzina 20, quella destinata all’Italia, che da alcuni giorni vedono al lavoro squadre di operai, elettricisti, idraulici e muratori. Lavori appaltati con urgenza dal Coni in loco per far sì che le condizioni di alloggio degli atleti azzurri possano essere messe al più presto nella normalità”.