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Fidel, il rivoluzionario delle elite, infiammò le generazioni degli anni ’50.

27.11.2016 10:00

 

E’ stato uno dei principali e controversi personaggi politici della seconda metà del ventesimo secolo, simbolo della lotta antimperialista.. Fidel Castro nasce il 13 agosto 1926 a Biràn, dove il padre possedeva 23.000 acri di piantagioni. Dopo aver studiato a Santiago di Cuba si trasferì all’Avana, dove frequentò un esclusivo collegio gesuita, dal 1941 al 1945, per poi iscriversi alla facoltà di Diritto. All’università aderì alla lotta antimperialista, convinto del ruolo opprimente degli Stati Uniti sul destino di Cuba, schierandosi apertamente contro il presidente cubano, Ramon Grau.Qualche anno dopo la laurea in legge si candida alle presidenziali., ma arriva il golpe di Fulgencio Batista. La sua risposta è l’assalto alla Caserma della Moncada, il 26 luglio 1953. Per Fidel fu un disastro: i ribelli vennero catturati e 80 di loro fucilati. Castro è condannato a 15 anni di prigione e, nella sua difesa finale, pronuncia il famoso discorso  “Condannatemi, non importa,La storia mi assolverà”, in cui delinea il suo sogno rivoluzionario. Comincia qui la rivoluzione cubana. Una rivoluzione capace di resistere agli Stati Uniti, alla dissoluzione dell’impero sovietico, all’isolamento, su cui un giudizio unanime non sarà mai possibile Dopo il carcere, amnistiato, va in esilio negli Usa, poi in Messico: è qui che conosce Ernesto Guevara. Insieme al “Che”, Raul ed altri 79 volontari, nel ’56 sbarca nell’isola a bordo del “Granma”. Il gruppo, sorpreso dalle truppe di Batista, viene decimato: in 21 riescono a rifugiarsi nella Sierra Maestra. I due anni di guerriglia mettono alle corde il dittatore. Il primo gennaio 1959, i “barbudos” entrano trionfalmente a L’Avana. Castro lo fa qualche giorno dopo. Nel 2006 si ammala seriamente e cede i suoi poteri al fratello Raoul.

 

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