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Facciamoci del male ancora una volta
14.03.2016 09:49
Ci sono sempre almeno due modi di vedere e interpretare lo stesso fenomeno. Ieri
Bersani, già segretario del PD al momento delle ultime elezioni politiche del
febbraio 2013, ha detto ai giornalisti: “ Con pochi o tanti voti che ho portato io Bersani, Renzi oggi governa comodamente".
Da un altro punto di vista si potrebbe dire “
dobbiamo tenerci Alfano al governo a causa dei voti che hai perso tu Bersani”. Ritorna a
parlare D’Alema cogliendo proprio il momento di
più accesa polemica all’interno del PD, accusando la segreteria, di
spostare a destra l’asse del governo, proprio lui che nel 1998 favorì la crisi
del governo dell’Ulivo di Prodi e Veltroni, per prendersi la guida del governo
con i voti di Cossiga e Mastella. E’ triste vedere la parabola di dirigenti
politici che non sanno accettare un nuovo corso e mettersi da parte con
dignità, come seppero fare prima Veltroni e poi Franceschini, quando fu Bersani
a vincere le primarie per la segreteria del PD. Si può non essere d’accordo con
la concentrazione in una sola persona della segreteria del Partito e della
Premiership di governo ( anche lo scrivente ha delle perplessità su questo
punto), ma sta scritto nello statuto del PD. E non l’hanno certo scritto i dirigenti
attuali. Una nuova generazione è stata investita da iscritti ed elettori alla
guida del PD nel dicembre 2013. Chi ha perso deve continuare la battaglia
politica, senza venir meno alle proprie idee, ma neppure all’impegno che ogni
iscritto ha di lavorare per il Partito e
non contro di esso. A tempo debito, nell’autunno 2017, ci sarà il
Congresso Nazionale.