per l'etica laica, sociale e autodeterminata
In questo blog ci siamo occupati più volte dell’importanza cruciale della digitalizzazione per l’economia italiana.(1,18,21 e 30 marzo) e ancora due giorni fa, in occasione del trentesimo anniversario della prima connessione fra Italia e Stati Uniti. Gli esperti continuano a ripetere che, al di là delle infrastrutture per la banda larga in corso d’opera ( in provincia di Siena oltre 70% ha accesso alla banda larga, 80% a Sarteano) il nostro Paese ha un grave ritardo culturale. Un digital divide che ci penalizza, quasi metà della popolazione adulta non è connessa a Internet e fra chi è connesso prevale di gran lunga la connessione sui social network. Raggiungere gli standard europei ( 70% di connessi a Internet) equivarrebbe a guadagnare quasi 2 punti di PIL. Gli italiani amano giocare con Internet, trascorrono in media 2 ore chattando sui social. Una minoranza usa Internet per fare i certificati on line, per consultare il proprio fascicolo sanitario, per scaricare le proprie analisi,per iscrivere a scuola i propri figli, per fare tutte le operazioni bancarie, per fare acquisti on line. In questa arretratezza culturale ci sono delle responsabilità. In nessun programma elettorale di candidati sindaci ho mai visto un impegno a portare, entro 5 anni, il livello di digitalizzazione dei propri cittadini al 70%. Eppure nulla sarebbe più facile e meno costoso. Nelle biblioteche comunali potrebbero essere organizzati in permanenza corsi di alfabetizzazione digitale fatti da giovani stagisti. Perché non si fa ? Perché le nostre classi dirigenti sono miopi e privilegiano le cose che si vedono ( strade, verde, edilizia, ecc). Tutte cose importanti ma non strategiche per il futuro del nostro Paese.