per l'etica laica, sociale e autodeterminata
Oggi pubblichiamo alcuni passaggi dell’appello fatto ieri da Sergio Staino :Tutti noi ricordando i Blues Brothers, ripetiamo spesso che “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. È una bella frase ed è anche divertente ma vale solo nostro avviso, per l’America di Trump. Non vale e non deve valere per noi dirigenti ed elettori della sinistra. Sto parlando anche a te, Matteo, che in questo momento sei quello che di questa sinistra ha la maggiore responsabilità. Il gioco, in effetti, si è fatto veramente duro, a un punto di cui non ho ricordanza nella mia lunga storia dentro e a fianco del più grande partito della sinistra italiana. Ho sofferto molto e soffro ancora per quelle terribili parole indirizzate a Roberto Benigni dal più grande dei satirici sorti dall’utopia del sol dell’avvenire e che ha fatto da maestro a tutti noi: Dario Fo, ovviamente. Ma soffro ancora di più per quell’infantilismo quotidiano che giorno per giorno ci viene propinato nella televisione, sui giornali, e anche nei nostri quartieri, dal droghiere o dal benzinaio, o da incontri casuali per la strada. Amici e compagni che si guardano con odio, con disprezzo; amici carissimi che ti tolgono il saluto e ti trattano come un appestato, quasi che ogni opinione diversa sia necessariamente frutto di sporchi interessi e torbidi affari. Vorrei tanto che sorgesse anche tra le nostre fila un papa Francesco della sinistra laica che levasse la sua voce per dire un’unica, potente, parola: finitela. Sì, finiamola, smettiamola, recuperiamo il valore etico della vocazione di sinistra e con calma e tenacia salviamo le parti più belle di quel partito che ancora miracolosamente rimangono. Per tutto questo mi rivolgo a te, Matteo, a te che hai la maggiore responsibilità ma anche le maggiori possibilità per sanare questo delirio e ripartire con speranza e tenacia.. Devi mostrare a tutti noi quel volto umano, gioioso e disponibile con cui hai inventato la Leopolda e affrontato le primarie a suo tempo. Hai dato ampia prova di saperci fare, hai rinnovato lo stile di lavoro e le forme di comunicazione ma non puoi lasciare andare il partito. Il partito è la base della coesione sociale; il partito è il luogo dove nascono le idee che arriveranno poi al centro e anche a te; il partito è quello che deve garantire l’identità di una classe politica di sinistra che si trova di fronte compiti enormi: l’Europa in disgregazione, il più feroce dei capitali finanziari, le più grandi tragedie legate alla fame, alle guerre, alla disperazione. O ritroviamo quella solidarietà perduta, quella capacità di discutere con dialettica e disponibilità, sapendo che nessuno ha la verità in tasca, o saremo finiti e con noi sarà finita l’Italia.