10.03.2016 10:45
3400 persone (giudici di mestiere o avvocati, commercialisti,
pensionati, ragionieri ) gestiscono un potere immenso: dal loro verdetto dipende
la sorte di 581mila cause fiscali per un valore di 50 miliardi di euro. Bastano
questi numeri per comprendere l’importanza delle commissioni tributarie. In
questo ambiente, che dovrebbe essere l’avamposto
della lotta all’evasione fiscale, è scoppiato uno scandalo gravissimo. Dieci persone in manette, tre agli
arresti domiciliari e altre nove indagate in un’operazione della Guardia di
finanza di Velletri, coordinata da un pool di magistrati della procura di Roma,
che ha scoperchiato una nuova tessera di quella che potrebbe diventare la nuova
tangentopoli italiana. Un mosaico di malaffare, corruzione e concussione,
secondo l’accusa, quello della “cricca” di giudici onorari tributari,
commercialisti avvocati, contribuenti, consulenti, e un finanziere. Per la gip
Simonetta D’Alessandro, quella era una vera e propria associazione a
delinquere, stretta in un pactum
sceleris, che non a caso è proprio il nome dato all’operazione. E tra gli
indagati c’è anche un noto attore che avrebbe pagato una tangente da 65 mila
euro per aggiustare una causa da tre milioni. Milano, Roma, Imperia, Catania, città diverse, storie diverse, un
medesimo disegno criminoso: quello di sterilizzare, con ogni mezzo possibile,
le attività di accertamento del fisco. «Un sistema illecito articolato e ben
collaudato — e, va sottolineato, remunerativo — per garantire esito favorevole
ai contribuenti coinvolti in contenziosi tributari», si legge nell’ordinanza
della gip D’Alessandro Il disegno di
questo mosaico che coinvolge tutta Italia non è ancora interamente venuto alla
luce. È visibile solo la punta dell’iceberg, spiegano fonti investigative. I colpevoli accertati dovrebbero essere cancellati dagli albi professionali..