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I bitcoin sono una “moneta virtuale” alternativa alle normali monete. Non vengono stampati da una banca centrale e non sono controllati direttamente da nessun governo. Sono accettati da un numero ancora ridotto di negozi, soprattutto online.. Perciò i bitcoin sono spesso ritenuti più una materia prima che una moneta legata alle performance economiche e politiche di uno stato o di un’area monetaria (nel caso dell’euro). I bitcoin vengono creati con un sistema chiamato “mining” in cui dei computer con grandi capacità di calcolo risolvono complesse equazioni Si calcola che ogni giorno vengano creati 3.600 bitcoin. Attualmente ce ne sono in circolazione circa 16,5 milioni. Il valore dei bitcoin, come quello delle altre monete e delle materie prima, è legato alle leggi della domanda e dell’offerta , da quante sono le persone intenzionate a comprarli e quante sono quelli intenzionate a venderle. Nell’ultimo anno la moneta virtuale ha registrato un incremento del suo valore senza precedenti, passando dai 1000 euro di gennaio ai 16 mila degli ultimi giorni, con oscillazioni di ora in ora fino a raggiungere variazioni di centinaia di euro nell’arco di una sola giornata. Essendo ancora poco diffuso, bastano poche vendite o acquisti per produrre aumenti o cali del loro prezzo
La vera rivoluzione di Bitcoin non è tanto la valuta in sé quanto il modo in cui funziona, senza nessun organo centrale che svolga la funzione di garante – come per le valute normali – sfruttando invece un sistema “peer-to-peer” Quando due persone effettuano una transazione – Mario compra un gelato da Anna – è la banca centrale a garantire ad Anna che i soldi di Mario abbiano un valore, e che quindi lei li potrà riutilizzare per pagare altre cose. Il meccanismo si basa quindi su un rapporto di fiducia tra gli agenti del mercato – tanti Mario e tante Anna – e un organismo terzo che fa da garante che i soldi abbiano il valore che dicono di avere. Per avere questa garanzia Mario e Anna pagano alla banca una piccola percentuale della somma che stanno scambiando, sotto forma di commissione Nel sistema Bitcoin invece non ci sono banche centrali: il funzionamento del meccanismo è garantito da tutti gli agenti, sempre i vari Mario e Anna. Un meccanismo di questo tipo è definito “peer-to-peer
Il meccanismo peer-to-peer di Bitcoin è abbastanza complesso: ogni utente Bitcoin è connesso con tutti gli altri e detiene una copia di una sorta di libro mastro chiamato blockchain (catena di blocchi). Nel blockchain sono registrate tutte le transazioni di tutti gli utenti di sempre, da quando sono nati i Bitcoin.Quando Mario paga Anna in Bitcoin, riprendendo l’esempio di prima, la transazione viene inviata per la conferma a tutti gli altri utenti Bitcoin (qui per utente si intende in realtà il programma installato sul computer dell’utente). Ogni utente riceve nello stesso tempo diverse transazioni (definite blocco, tutte insieme) che attendono conferma, e comincia a verificare se siano corrette in base all’ultima versione di blockchain che ha, quella più aggiornata. In questo modo, visto che ogni utente è a conoscenza di ogni transazione, si evita per esempio che uno stesso utente possa spendere due volte gli stessi Bitcoin: se da un utente partono due richieste di registrazione si considera la prima. Il computer dell’utente che per primo riesce a fare “quadrare i conti” tra blocco delle transazioni che chiedono conferma e il blockchain aggiornato, lo comunica a tutti gli altri: a questo punto le nuove transazioni vengono convalidate e inserite nel blockchain come nuovo blocco. Da questo momento in poi si procederà utilizzando il blockchain aggiornato con l’ultimo blocco. E così via. Ogni transazione viene convalidata in meno di 10 minuti. Il sistema di controllo peer-to-peer rende sostanzialmente impossibile truccare il proprio portafogli Bitocoin: nel blockchain sono iscritti i dati delle transazioni di Mario in ogni istante, legati a quelli di Sergio, Fabio, Giulia e di tutti gli altri utenti. Per truccare il proprio portafogli bisognerebbe ritoccare quello di tutti gli altri utenti e riscrivere il blockchain.C’è un piccolo, grande incentivo: l’utente che fa “quadrare i conti” con blockchain riceve come premio 25 Bitcoin, pari al momento a circa 9000 euro. Far quadrare i conti richiede un grande dispendio di energia per far lavorare un computer con calcoli molto complessi (il certo numero di zeri di cui si parlava prima) quindi il premio in denaro serve per ripagare alcuni utenti, detti “minatori”, che si occupano di questo. Con questo sistema a premi vengono anche creati nuovi Bitcoin, senza rischio di inflazione.
E’un meccanismo ingegnoso, quasi diabolico, che richiede grande attenzione agli operatori. Molti risparmiatori sprovveduti potrebbero subire gravi perdite dalle oscillazioni di valore dei bitcoin. Ma in questo caso non ci sarà nessun decreto salva risparmiatori a indennizzare la loro sprovvedutezza.