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Gli slavi residenti nelle province orientali, annesse all’Italia nel 1918, non sono numerosi, ma, a differenza degli ebrei, non arrivano da fuori, sono legati da secoli al territorio. A Monrupino, Bagnoli, Duino, villaggi del Carso triestino. Parlano lo slavo, un misto di sloveno e croato, frequentano le scuole slave.
A capo di queste province l’amministrazione italiana pone dei Commissari, con forti poteri autonomi. Vengono destituiti i Consigli eletti e i sindaci. Per il commissario Mosconi gli slavi sono alieni, i cui diritti sono subordinati alla lealtà assoluta nei confronti della nazionalità maggioritaria. Nell’Italia fascista che sta nascendo non c’è spazio per le minoranze, non esistono. Non solo, il Commissario equipara la cultura da lui definita “slava” al bolscevismo relegandola ai margini di un Oriente bolscevico e balcanico. Gli slavi devono diventare sciavi (schiavi) per i triestini.. La borghesia nazionalista e liberale triestina sostiene il Commissario. lo scontento e le agitazioni della classe lavoratrice sono trasformati in provocazioni anti-italiane e slave. Mosconi appoggia le Squadre d’azione fasciste di Francesco Giunta per reprimere, insieme, i nemici della nazione socialisti e Slavi, o «slavo-comunisti», lo stereotipo antislavo più sentito e persistente del periodo fascista.
Diego Lukic è socialista, ha origini slave, oltre ad essere ebreo. E’ un prototipo della razza da estirpare. Bruno è appena scappato da Trieste, Diego sedicenne anche lui, è ricercato, deve nascondersi. Qui scatta la solidarietà dell’intera San Giacomo, la roccaforte rossa, antifascista.
Siora Pina lo accoglie in casa. Gli scherzi dei 3 birbanti appartengono al passato, ora si fa sul serio, è guerriglia. Le strade di San Giacomo sono teatro, quasi ogni giorno, di scontri violenti. Nives,la mussolera, è stata arrestata. Il laboratorio di Leone, l’oreficeria di Egon, la libreria di Samuele, tutte le attività dei membri del circolo Le Riunite sono prese di mira. Diego, sprezzante del pericolo organizza e guida alcune azioni clamorose, allo scopo di minare l’immagine di un fascismo invincibile. In occasione di ogni visita di Mussolini a Trieste i dirigenti comunisti e socialisti, come Luigi, vengono incarcerati per alcuni giorni. La sfilata di alcune migliaia di antifascisti si contrappone al corteo di Mussolini durante la visita del 18 settembre 1938. il Duce, proclamando l’impero africano, grida ‘gli imperi si conquistano con le armi ma si mantengono con il prestigio, e per il prestigio occorre una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze ma delle superiorità nettissime. Il problema razziale è un aspetto cruciale del fenomeno, la necessità di preservare la razza è fondata su incontestabili dati di fatto. Un mese prima delle leggi razziali.
E gli antifascisti cantano l’internazionale. Molti vengono arrestati. Diego riesce a sfuggire. La casa di Siora Pina è sorvegliata, come pure le case di Nero, di Ferrer e di Bruno. Simone, un vecchio ebreo, linotipista in pensione, gli prepara un passaporto. Don Franco lo nasconde in parrocchia. Un mese dopo Diego è a Parigi . Prende contatto con i circoli di Giustizia e Libertà-
Anche per lui inizia la vita di antifascista clandestino.