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La dipendenza dal gioco d’azzardo ha effetti sulle famiglie e spiana la strada alla malavita, al fenomeno dello strozzinaggio, alle estorsioni. Particolarmente gravi sono le conseguenze fra gli anziani, che, disponendo di una pensione modesta, bruciano nel gioco i loro risparmi. Chi ha più disponibilità , esauriti i contanti, trova pronti gli strozzini che fanno parte della filiera dell’azzardo, in gran parte controllata dalla mafia e dall’andrangheta.
Sul sito del Ministero della Salute la ludopatia è così definita: “l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o di fare scommesse, nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze”. Lo Stato, però, , è una sorta di Giano bifronte: perché da un lato riconosce la ludopatia come una grave malattia mentre dall’altro fa troppe concessioni alle case da gioco, martellando anche in televisione con le promozioni delle lotterie - tra cui il famosissimo Gratta & Vinci.
Il rischio a cui può incorrere il ludopatico non è solo la perdita incontrollata delle proprie risorse economiche (e/o di quelle familiari) ma anche di mettere da parte le normali attività quotidiane (come lo studio e il lavoro) e i propri cari. Nei casi più estremi, inoltre, la malattia del gioco compulsivo può portare persino al suicidio.
Perciò lo Stato prevede dei livelli di assistenza, con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dalla ludopatia, ma soltanto lo 0,5% dei giocatori compulsivi è seguito dalle ASL.
Proprio perciò il gioco d'azzardo, anticamera della ludopatia, è la droga del terzo millennio.