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I primi 6 mesi del 1944 furono i più duri per noi, perché gli angloamericani , in vista dello sbarco in Normandia, intensificavano i bombardamenti nella zona del campo di aviazione. Dietro la casa di fronte a noi c’era una collinetta dove tutte le donne del paese, avevano scavato un antro e gli uomini alla sera ricoprivano le pareti con assi di legno e piantavano dei pali come colonne in mezzo per sostenere la volta. Stringendoci a gruppi ci stavamo in 50 fino a 60, quasi tutti gli abitanti di quella strada. Quando suonavano le sirene, subito giù dal letto si attraversava la strada col cappotto sopra il pigiama e si correva nel rifugio. Papà si era unito con un gruppo del maquis e, in una stalla, ascoltavano Radio Londra e le ultime reali notizie sullo sbarco. Lo sbarco avvenne finalmente in giugno e, in due mesi, il Nord della Francia fu liberato.Il comando tedesco che stava al Castello di Blangy scappò una notte di luglio.Ad agosto Il maquis sfila per le strade di Blangy in mezzo alla popolazione festante. Sul primo carro c’è anche mio papa. Due settimane dopo sarà il nostro turno, Parigi è stata liberata. Conservo un ricordo struggente di quella domenica di settembre, quando l’automobile di Langlet, il sindaco, ci accompagna alla stazione di Amiens. C’è tanta gente che saluta, ai lati della strada. C’è anche la mia piccola amica Augustina.