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Parigi è liberata in agosto dalle forze alleate sbarcate il 6 giugno nella penisola del Cotentin, in Normandia. Luigi rientra in settembre a Parigi, dove incontra Ferrer, liberato, mentre un treno di deportati lo stava trasferendo in Germania.
Fin dal mese successivo pensano al modo di organizzare il viaggio in Italia. All’inizio di gennaio Luigi e Ferrer arrivano a Chambery, nell’Alta Savoia, dove c’è la base più vicina di raccolta dei fuoriusciti politici italiani, per organizzarne il ritorno in Italia. Qui incontrano il colonnello Fabien, un comandante comunista dei Francs Tireurs (46), che fornisce le armi. In pochi giorni, viene organizzata una colonna di 30 italiani, passando attraverso il piccolo San Bernardo, per scendere a La Thuile in Val d’Aosta. Arriva invece il contrordine di andare a Sud e di passare attraverso il Colle della Maddalena . Le frontiere sono ancora presidiate dalla milizia della Repubblica di Salò, bisogna passare il confine clandestinamente.
Due settimane dopo la colonna viene accolta a Larche da un gruppo di contrabbandieri francesi, pagati per guidarli attraverso un sentiero di montagna non presidiato. La traversata da Larche avviene a marce forzate. Oltrepassano il confine a 2500 metri. Il sentiero si vede appena, c’è la neve, fa freddo. Luigi cade. Ferrer e altri due compagni lo portano a spalla per un tratto. Arrivano stremati a Demonte il 20 aprile, l’insurrezione sta per essere proclamata nelle principali città del Nord Italia. Pochi giorni dopo Luigi e Ferrer arrivano a Milano. Vengono accompagnati a alla Filarmonica della Scala, dove è insediato il Centro del Partito. Incontrano Scoccimarro e Togliatti, entrambi di passaggio a Milano, che dicono loro:
Voi dovete partire subito con la macchina di Scoccimarro, (l’auto sequestrata alla Petacci), e passare dalle federazioni di Brescia, Verona, Padova fino a Udine, per organizzare le riunioni di Partito nei giorni in cui arriverà Scoccimarro. Poi raggiungete Trieste dove c’è una situazione critica.
In ogni città Luigi e Ferrer incontrano i dirigenti locali. Il 4 maggio arrivano a Monfalcone dove trovano le truppe alleate, arrivate il la settimana prima. Perché non hanno proseguito fino a Trieste?
Ancora oggi manca una risposta convincente a questa domanda.
Noi pensiamo che si voleva far arrivare prima le truppe jugoslave, per fare il lavoro sporco di repulisti dei fascisti e per suscitare una reazione anti slava nella popolazione triestina.
Luigi e Ferrer arrivano a Trieste il 5 maggio. Sono trascorsi 15 anni da quando sono partiti. La casetta di via Gaspara Stampa è chiusa, abbandonata. Prima dello scoppio della guerra Marietta è andata a vivere con Darwin e la sua famiglia. Darwin si è sposato e ha due figli, Dario e Diana, di 5 e 7 anni.
Luigi è ministro del governo Kraigher, insediato dal 1 maggio. Ha un bell’appartamento, al V piano, in via Fabio Severo, vicino a piazza Oberdan. E’ un palazzo moderno, costruito negli anni ’20. Tutti gli appartamenti , di proprietà di famiglie ebree, rifugiate all’estero, sono stati requisiti e occupati dai nazisti. I due appartamenti del quinto piano appartengono all’ingegner Macerata, uno dei primi rientrati a Trieste, alla metà di maggio. Lui e la moglie vanno ad abitare nell’appartamento di fronte.
Ferrer prende in affitto un appartamentino ammobiliato. Marietta abita con lui . Le sofferenze degli ultimi 20 anni le hanno piegato la schiena, ma è felice di avere accanto a sé il figlio più piccolo.
Luigi ha lasciato a Parigi la moglie Lidia ed i figli Giorgio e Giulio di 8 e 13 anni. Appena si chiarisce la situazione a Trieste, deve pensare al loro rientro. Romeo, fratello di Lidia, si impegna ad accompagnarlo fino al confine con la Francia, a Bordighera, e di aspettarlo. Luigi andrà da lì a Parigi e ritorneranno tutti insieme. E’ questione di poche settimane, ma ogni comunicazione con la Francia è interrotta, per cui l’ansia cresce a Parigi e a Trieste.