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Secondo un sondaggio Demos-Coop, a metà degli italiani è successo di credere a una notizia letta su Internet, che poi si è rivelata falsa. Solo il 22% dice di non essere mai stato ingannato, mentre il 34% è convinto che in Rete l’informazione sia più libera. E se metà degli italiani ha creduto alle “bufale” del web, un quarto le ha addirittura rilanciate attraverso i social network. Così alle news si affiancano sempre più numerose le fake news. Queste interferenze, denunciate a livello internazionale, sono rivolte a inquinare il dibattito politico, soprattutto nelle fasi di campagna elettorale, ed a disorientare l’opinione pubblica.
Ilvo Diamanti scrive su Repubblica: per prima fu la Russia durante la campagna elettorale elettorale, pubblicando notizie false su Hillary Clinton e favorevoli a Donald Trump . In pochi anni c’è stata in Italia una vera rivoluzione nelle pratiche e nei sistemi di informazione e di formazione dell’opinione pubblica. Per informarsi, dieci anni fa, il 30% degli italiani intervistati utilizzava, ogni giorno, i quotidiani cartacei. Il 25% consultava internet. Oggi il rapporto si è rovesciato. Il 63% si informa attraverso internet. Sempre più, anzi, soprattutto, attraverso lo smartphone. Il 58% di essi è sempre connesso. Con il telefonino fra le mani, dovunque. Solo il 17%, invece, si informa attraverso i giornali “ di carta”. Così, oggi, metà degli italiani ammette di aver creduto “ vera” una notizia letta su internet, che poi si è rivelata “ falsa”.
La rete ha occupato spazi sempre più ampi, in settori di popolazione sempre più estesi e trasversali,fra i giovani e non solo, utilizzando il traino dei Social Media, sempre più crocevia di ogni comunicazione e di ogni informazione. E sempre più fonte di disinformazione.
Credere nelle fake news e diffonderle si associa, ovviamente, ad un uso frequente della rete. Le hanno ritenute vere il 40% degli utenti saltuari contro il 54% degli always- on in mobilità. Il dato cresce parallelamente per le condivisioni, dal 10 al 15%. Gli utenti dei social le condividono nel doppio dei casi (16% vs 8%) rispetto agli utenti senza un account social. Sono i giovani, tra 25 e 34 anni, ad avere creduto ( 63%) e condiviso ( 18%) maggiormente le fake news. Non si registra alcuna differenza di genere. Si tratta, poi, di soggetti con un alto livello di scolarizzazione; a ribadire quanto insidiose siano anche per internauti con maggiori risorse culturali.
Il PD è il partito più colpito dalle fake news, molte delle quali partono da siti vicini al M5s e alla Lega.