per l'etica laica, sociale e autodeterminata

                                    

                         AFRICA: UN CONTINENTE IN MARCIA

Introduzione

iL’Africa ci appare oggi con i volti dei giovani migranti, che hanno rischiato la vita sui barconi attraverso il Mediterraneo, dopo aver sofferto tanti soprusi in Libia, e sono approdati in Italia per essere confinati nei Centri di accoglienza. Sono scappati dalla miseria e dalle guerre ma mantengono sempre un sorriso dolce, che ti commuove. Siamo così indotti a pensare ad un continente dove è  difficile vivere, con un futuro problematico. Ma sono i due secoli passati, ‘800 e ‘900, che pesano ancora oggi sull’Africa. Due secoli di colonialismo, in cui Francia e Inghilterra, e, in misura minore, Germania, Portogallo e Italia hanno dominato l’intero continente, sfruttando le sue ricchezze e concentrando lo sviluppo economico sull’ attività mineraria e la produzione agricola.

Quasi tutti i 54 Stati dell’Africa hanno raggiunto l’indipendenza da poco più di 50 anni. Approfittando dell’influenza acquisita durante l’era coloniale, i Paesi europei hanno assecondato in molti Paesi la formazione di regimi presidenziali de iure, ma dittatoriali de facto, per proseguire nel controllo delle principali risorse economiche. Non sempre la cooperazione internazionale ha svolto un ruolo di incentivazione di progetti di sviluppo indipendenti. Ciononostante, soprattutto negli ultimi 20 anni, molti Paesi hanno cercato di sottrarsi al diktat dei mercati internazionali, prestando maggiore attenzione ai consumi interni e avviando processi di sviluppo incoraggianti. Oggi il tasso di sviluppo della maggior parte dei Paesi africani è superiore a quello dei Paesi europei. Pur fra tante contraddizioni l’Africa si è messa in marcia.

Indice del volume

 

Quale futuro per l’Africa ?                                                                      pag 4

L’Africa del Nord                                                                                        pag 10

L’Africa occidentale                                                                                   pag 15

L’africa centrale                                                                                          pag 26

L’Africa orientale                                                                                        pag 32

L’Africa australe                                                                                         pag 45

 

 

 

Quale futuro per l’Africa ?

I programmi di sviluppo economico e sociale avviati in Africa, dal 1960 in poi, dopo l’indipendenza, sono ben lontani dall’aver raggiunto gli  obiettivi allora indicati

L’economia del Continente africano continua ad essere dominata dai settori agricolo e minerario, essendo influenzata più dagli interessi dei mercati internazionali che dai bisogni delle popolazioni locali. Capitali, tecnologie e infrastrutture dei nuovi Stati sono quasi sempre di origine estera.

L’impatto della colonizzazione è tutt’ora forte, domina le strutture economiche, sociali, politiche e culturali dell’Africa, Le attività industriali sono marginali, limitate all’estrazione delle materie prime minerali accompagnate in alcuni casi da attività manifatturiere di sostituzione alle importazioni. La maggior parte di queste attività sono gestite con tecnici stranieri e capitali esteri. L’Africa mette a disposizione una mano d’opera poco qualificata e mal retribuita.

Il mercato interno è ancora debole a causa della balcanizzazione politica del continente, del basso reddito delle popolazioni e del costo elevato dei trasporti.. In mancanza di cambiamenti nella politica economica degli Stati africani. anche l’esportazione dei prodotti africani è controllata dagli stranieri.

Nei prossimi due decenni è probabile che le attività industriali resteranno concentrate negli Stati che dispongono di abbondanti risorse minerarie energetiche e agricole, i cui governi offrono agli investitori stranieri  condizioni favorevoli  e un clima di sicurezza.

( i testi sono tratti dal volume Indicatori di sviluppo dell’Africa 2017, Osservatorio dei Paesi africani, dell’Università di Montreal)

         Nell’immediato futuro si possono individuare tre tipi di evoluzione per lo sviluppo       economico dell’Africa.

  1. Il mantenimento della situazione economica attuale che significa stagnazione,  fame, conflitti sociali e politici, forieri di interventi stranieri
  2.  L’incremento ulteriore dell’intervento dei capitali esteri. .In alcuni casi questa scelta potrebbe favorire  una certa crescita, un ‘ industria rivolta all’esportazione, Ciò comporterebbe però una dipendenza ancor più stretta  dall’economia mondiale, che andrebbe a vantaggio di una fascia limitata della popolazione africana, di una classe media che si sta formando.
  3. In alternativa è ancora possibile optare per una politica economica più indipendente che privilegi i bisogni interni rispetto alla domanda dei mercati internazionali. E’ senz’altro la soluzione più rispondente ai bisogni dell’Africa, ma è anche la più impegnativa. Richiede una ridefinizione delle priorità, una mobilitazione di risorse, l’organizzazione del commercio interno e un decentramento delle decisioni politiche. Il livello di democrazia raggiunto da un Paese diventa fattore cruciale per avviare  un nuovo modello di sviluppo.

 

Senza una scelta innovativa rispetto al passato,  molti Paesi africani oggi in via di sviluppo rischiano di ritrovarsi in pochi anni di fronte a una crisi tale da condizionarne la sopravvivenza.

C’è bisogno di una diversa volontà politica, espressa da istituzioni democratiche, sostenute dalla partecipazione attiva della popolazione, che sia al centro di un progetto nuovo di società africana.

Lo sviluppo, in Africa, è stato pensato sul modello delle società europee, fondato quasi esclusivamente sulla crescita economica. La crescita economica, fino ad oggi, è andata a beneficio di una fascia ristretta della popolazione, la classe media, , composta da funzionari, tecnici e commercianti  delle aree urbane.

         La crescita del PIL non può continuare ad essere l’ obiettivo      primario          delle strategie di     sviluppo- Bisogna migliorare le     condizioni di vita          delle popolazioni, definendo i loro       bisogni     primari. Il tema dei          bisogni è strettamente connesso alla scelta del tipo di      sviluppo. Ed i          bisogni variano nel tempo e con la struttura        della società.

La gerarchia dei bisogni dipende dalla distribuzione del reddito nazionale. Produrre e distribuire i beni per soddisfare una ristretta minoranza della popolazione significa perpetuare una dinamica dei bisogni destinata ad aumentare le disuguaglianze sociali. Bisogna quindi modificare questo processo e adeguarlo alle condizioni di vita delle popolazioni,  decentralizzando i processi decisionali.

La crescita economica degli ultimi 20 anni ha consentito tuttavia di creare delle strutture di raccolta di dati statistici, di indicatori  indispensabili per monitorare i dati demografici, l’urbanizzazione, l’impiego,  gli squilibri regionali, il commercio, le finanze, il welfare,  e per indirizzare lo sviluppo economico e sociale del Paese. In quest’ambito è importante il ruolo della Banca Africana per lo Sviluppo  ( BAD)

In materia di salute, istruzione e tenore di vita solo un terzo dei Paesi africani hanno raggiunto uno standard ‘dignitoso’ secondo il rapporto della Banca Africana per lo Sviluppo.

Le spese per l’istruzione sono un indicatore cruciale per un nuovo modello di sviluppo : nel Sud Africa, in Ghana, Marocco, Mozambico e Tunisia sono pari al 6% del PIL , viceversa in Nigeria sono inferiori all’ 1%.

L’accesso all’elettricità e all’acqua potabile sono i problemi che più incidono sulle precarie condizioni di vita delle popolazioni africane Oltre 500 milioni di africani, poco meno della metà dell’intera popolazione, ne sono privi e vivono in condizioni di estrema povertà.

‘Per attivare processi di sviluppo stabili i Paesi africani devono aumentare gli investimenti nel capitale umano, salute, istruzione e formazione professionale’ scrive nel suo rapporto Akinwumi Adesina, Presidente della BAD.

         lo sviluppo di un Paese è un fenomeno         multidimensionale, che          dipende da molteplici    fattori.     Mamoudou Gazibo et Olivier          Mbabia, docenti    dell’Università di Montreal e         dirigenti          dell’Osservatorio    dello Sviluppo in     Africa hanno elaborato  un          indice di sviluppo           costruito su 23 indicatori. Questi indicatori          raggruppati in          4 dimensioni   ,forniscono un quadro di        sintesi          delle prospettive di         sviluppo di ognuno dei 54      Paesi dell’Africa. Essi sono:

  • Politica : 1. stabilità democratica, 2 leadership , 3 qualità della burocrazia     4livello di corruzione, 5gestione del settore pubblico, 6 forze di sicurezza
  • Economia: 7 Crescita del PIL, 8 le infrastrutture, 9 scambi commerciali 10 l’agricoltura 11la diversificazione 12 l’integrazione regionale
  • Emancipazione: 13 livello di istruzione 14 l’emigrazione 15 % popolazione attiva 16 % di donne attive 17 tasso di alfabetizzazione
  • Welfare: 18 spesa pubblica per la salute19 speranza di vita alla nascita 20 accesso all’acqua potabile 21 accesso all’elettricità 22 protezione dell’ambiente 23 indice Gini di disuguaglianza

L’indice di sviluppo nell’ Africa 2017, sulla base di punteggi da 0 a 100,  costruisce una graduatoria, che presenta delle sorprese nella ripartizione dei 54 Stati in 4 categorie, classificate ‘fase di sviluppo’, ‘soglia’, potenzialità’, ‘arretratezza’.

         Nel gruppo ‘fase di sviluppo’ troviamo 12 Paesi impegnati in un          processo di      trasformazione        economica, in un contesto          socioculturale inclusivo, con istituzioni        stabili, in grado di          garantirne la   sostenibilità ( Mauritius, Sud Africa, Seychelles,          Botswana,        Capo Verde, Rwanda, Ghana, Tunisia,           Namibia,          Marocco,          Ghana, Sao Tomè e Principe

         Nel gruppo ‘soglia’ ci sono 11 Paesi che sono ai limiti dell’area di          sviluppo, ma in grado di         raggiungerla( Egitto, Uganda, Algeria,          Senegal, Zambia, Tanzania, Kenia, Gabon, Benin,       Malawi, Lesotho)

         Il gruppo definito ‘Potenzialità’ comprende 21 Paesi che   possiedono risorse e capacità    importanti,      ma non riescono ancora         a sfruttarle. Gibuti, Comore, Liberia, Burkina   Faso, Togo, Sierra   Leone,      Etiopia, Mali, Madagascar, Gambia, Burundi, Zimbawe,    Mozambico, Congo, Costa d’Avorio,          Camerun, Swaziland, Lybia, Niger, Nigeria,         Repubblica Democratica del Congo)

         Nell’ultimo gruppo ‘Arretratezza’ sono classificati gli 11 Paesi che,   allo stato attuale, non mostrano         segnali di crescita degli indicatori          (Guinea Mauritania, Guinea Bissau, Guinea         Equatoriale,          Angola,Eritrea, Sudan, Repubblica Centrafricana, Ciad, Sud Sudan e          Somalia).

         Guardando alle 5 grandi aree, l’Africa meridionale risulta la più          sviluppata (45), e la sola         ad essere ben           posizionata nelle 4          dimensioni dell’ ‘Indice di sviluppo dell’Africa 2017.La       crescita media del continente africano dopo il 2,2% del 2016, è risalita al 3,4% nel 2017 per accelerare ancora nel 2018 fino al 4,3%, sempre che prosegua l’adeguamento dei prezzi      delle materie prime, continui a rafforzarsi l’economia mondiale e si consolidi un processo di      riforme macroeconomiche interne.

L’Africa resta la seconda area più dinamica del mondo dopo i grandi Paesi dell’Asia ( Cina e India). La domanda interna alimentata dalla vitalità demografica e dalla crescente consistenza della classe media ( circa 350 milioni di individui) diventano il principale motore della crescita, superiore al livello internazionale dei prezzi delle materie prime, sempre aleatorio.

L’Africa del Nord: buone prospettive per il biennio 2018-2019

La crescita nell’Africa del Nord è stata pari al 4,7%, rispetto al 3,3% dell’anno precedente. Questa crescita, superiore alla media del continente africano, è dovuta alla maggior produzione di petrolio della Libia, dai risultati positivi raggiunti dalla produzione agricola in Marocco e dalle riforme macroeconomiche strutturali realizzate in Egitto.

Ai settori di attività tradizionali, si sono aggiunte attività ad alto valore aggiunto, la meccanica e l’elettronica e sono aumentati i consumi interni, sia pubblici che privati. Grazie alle riforme avviate nei Paesi di quest’area, si prevede un ulteriore crescita del PIL nel biennio 2018-2019, fino a raggiungere il 5%.

 

L’ Africa del Nord  è composta da 5 Stati: Marocco. Algeria, Tunisia, Libia, Egitto. La popolazione è di 192 milioni di abitanti,con 9 milioni di emigrati.Il pil pro capite è  2.670 euro.

 

         Il Regno del Marocco è una monarchia costituzionale. e ha       una popolazione di 36 milioni      di abitanti e un tasso di crescita    di 1,3% annua. La  popolazione marocchina è composta          principalmente da due gruppi etnici: i Berberi, autoctoni e       maggioritari, e gli Arabi, di     origine esterna; è inoltre presente    una minoranza ebraica, la più numerosa del mondo       arabo. La          sola religione dominante è l’Islam. Prevale la popolazione   urbana (61%). Gli    emigrati sono circa 3 milioni. La capitale è          Rabat.

         Il PIL  2017 è 104 miliardi di euro pari a 2.860 euro pro capite, con un tasso di crescita del         2,7% e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (14),          industria mineraria (12), industria manifatturiera (18), servizi (56).

         L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 55, con gli altri indicatori in ordine         decrescente: welfare (77). economia (56)  politica (44) ed emancipazione (42). Il coefficiente Gini è 59-

 

         La Repubblica Democratica Popolare di Algeria è una repubblica semipresidenziale con una    popolazione di 41 milioni di abitanti, berberi e arabi, e un tasso di crescita di 1,4% annua. La      maggior parte della popolazione algerina è composta da una base etnica berbera, arricchita          col passare dei secoli da elementi feniciromanibizantiniturchi e soprattutto arabi La sola        religione è l’Islam. Prevale la popolazione urbana (72%) Gli emigrati sono circa 1.800.000, in Francia.  La capitale è Algeri.

Il PIL  2017 ammonta a 144 miliardi di euro pari a 3.480 euro pro capite, con un tasso di crescita del 1,7% e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (13), industria mineraria (33), industria manifatturiera (5), servizi (49).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 52, , con gli altri indicatori in ordine decrescente: welfare (86), emancipazione (50), economia (42) ,politica (28).  Il coefficiente Gini non è disponibile.

 

La Repubblica Tunisina è una repubblica semipresidenziale con una popolazione di 11 milioni di abitanti, in maggioranza arabi, con una minoranza berbera, tutti commisti tanto che si può parlare di popolazione berbera arabizzata, con  un tasso di crescita annua del 1%. La religione praticata è l’Islam. Prevale la popolazione urbana (67%). Gli emigrati sono 800.000. La capitale è Tunisi.

Il PIL  2017 ammonta a 35 miliardi di euro pari a 3.050 euro pro capite, con un tasso di crescita del 1,5% e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (10), industria mineraria (10), industria manifatturiera (16), servizi (64).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 55, , con gli altri indicatori in ordine decrescente: welfare (84). economia (54), emancipazione (49), politica (34) .Il coefficiente Gini è 64.

 

Lo Stato della Libia è una repubblica parlamentare, con una popolazione di 6.400.000 abitanti, con un tasso di crescita annua dello 0,4%. I libici sono principalmente arabiberberi e tuareg. I limitati gruppi tribali Hausa e Tebu di stanza nel sud della Libia conducono vita nomade o seminomade La sola religione praticata è l’Islam.In Libia vivono circa 1 milione di clandestini. Gli emigrati sono circa 200.000. Prevale la popolazione urbana (79%). La capitale è Tripoli.

Il PIL  2017 ammonta a 29 miliardi di euro pari a 4.530 euro pro capite, con variazioni elevate in più o in meno di anno in anno e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (1), industria mineraria (77), industria manifatturiera (3), servizi (19).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 41, con gli altri indicatori in ordine decrescente welfare (70) emancipazione (52),  economia (28) , politica (16)  Il coefficiente Gini non è disponibile

,

La Repubblica Araba di Egitto è una repubblica semipresidenziale de iure, de facto una

dittatura militare. La popolazione è di 97 milioni di abitanti, di etnia araba ed egiziana,di origine copta, con un tasso di crescita annua del 2%.  '85% della popolazione è di fede musulmana; del rimanente, il 15% sono cristiani copti Gli emigrati sono circa 3,4 milioni. Prevale la popolazione rurale (57%) La capitale è il Cairo..

Il Pil 2017 ammonta a 205 miliardi di euro pari a 2.100 euro pro capite, con un tasso di crescita di oltre 4,3% negli ultimi anni, con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (12), industria mineraria (16), industria manifatturiera (17), servizi (55).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 53, on gli altri indicatori in ordine decrescente)  welfare (79) ,economia (55), emancipazione (51),  politica (28). Il coefficiente Gini non è disponibile.

 

 

 

AFRICA 2017

 DATI STATISTICI SUI 5 PAESI DELL'AFRICA DEL NORD

Stato/regione

popolazione ( in milioni)

 

valori in euro

 

indicatori di sviluppo

 

indice Gini

 nel 2017

% pop. Urbna

migranti in milioni

% crescita in 8 anni

 

pil 2017 in milioni

%crescita annua

debito in % pil

pil pro capite

 

media

 politica

economia

emancipazione

 welfare

 

Algeria

41,3

72

1,8

114

 

143.959

2,4

20

          3.486

 

52

28

42

50

86

 

 

Morocco

35,7

61

2,9

110

 

103.925

2,7

77

          2.855

 

55

44

56

42

77

 

59

Egypt

97,6

43

3,4

116

 

204.772

4,3

104

          2.098

 

53

28

55

51

79

 

 

Libya

6,4

79

0,2

103

 

28.983

31

5

          4.528

 

41

16

28

52

70

 

 

Tunisia

11,5

67

0,8

108

 

35.120

1,5

67

          3.054

 

55

34

54

49

84

 

64

Africa del Nord

192,5

 

9,1

 

 

514.759

 

 

          2.674

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti i dati statistici su popolazione ed economia dei 54 éaesi sono tratti  dal volume ‘ Annuaire statistique de l’Afrique 2018’ edito dalla Commissione economica per l’Africa e dalla Commissione dell’Unione Africana. Entrambe con sede ad Addis Abeba in Ethiopia.

L’Africa occidentale: progressi, non senza contraddizioni

I  Paesi dell’Africa Occidentale presentano grandi dislivelli economici fra loro: dopo parecchi anni con segno positivo la crescita economica dell’intera area ha registrato un arresto nel 2016 (+0,5%), dovuto sia al ribasso dei prezzi delle materie prime, sia alla recessione della Nigeria, che rappresenta da sola circa due terzi del PIL dell’intera area. Nel 2017 c’è stata una ripresa al 2,5% che dovrebbe proseguire nel 2018 e 2019, fino a sfiorare il 4%.

Resta il grave problema della scarsità di lavoro, della disoccupazione giovanile e della situazione di sicurezza precaria in molti Stati.

 

L’ Africa occidentale è composta da 16 Stati: Benin, Burkina Faso, Capo Verde,Costa d’Avorio, Gambia, Ghana,Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal. Sierra Leone, Togo. La popolazione residente è di 372 milioni di abitanti, con 9,1 milioni di migranti. Il pil pro capite è di 1.287 euro.

 

La Repubblica del Benin è una repubblica presidenziale, con una popolazione di 11,2 milioni di abitanti, composta da 40 gruppi etnici, di religione cristiana (42%), mussulmana (24%) e voodoo (17%). Il tasso di crescita è di 2,8%. Prevale la popolazione rurale (55%). Gli emigrati sono circa 600.000. La capitale è Porto Novo.

Il Pil 2017 ammonta a 8 miliardi di euro pari a 720 euro pro capite, con un tasso di crescita del 4,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (26), industria mineraria (10), industria manifatturiera (13), servizi (51).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 48, con gli altri indicatori in ordine decrescente: politica (55), emancipazione (49), welfare (48)  economia (40) . Il coefficiente Gini è  57..

 

La Repubblica Islamica della Mauritania è una repubblica semipresidenziale , con una popolazione di 4.400.000 abitanti, in parte mauritaniani neri, in parte arabi, in parte misti. Il tasso di crescita è del 2,4%. Prevale la popolazione urbana (61%). Gli emigrati sono circa 100.000. La capitale è Nouakchott.

Il Pil 2017 è di 4 miliardi di euro pari a 910 euro pro capite, con un tasso di crescita del 2,4% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (26), industria mineraria (22), industria manifatturiera (9), servizi (43).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 38, con gli altri indicatori in ordine decrescente welfare (53) emancipazione  (39), economia (33),  politica (28) . Il coefficiente Gini è  58.

 

Il Burkina Faso è una repubblica semipresidenziale , con una popolazione di19,2 milioni di abitanti, di tre etnie, i Voltaici ( il Paese si chiamava Alto Volta),i Mandè ed i Grussi e di tre religioni, islamica (50%), cattolica (30%9 e animista (20%), con un tasso di crescita del 3%. Prevale la popolazione rurale (68%). Gli emigrati sono 1,5 milioni, cui si aggiunge un forte tasso di migranti stagionali. La capitale è Ouagadougou.

Il Pil 2017 ammonta a 11 miliardi di euro pari a 580 euro pro capite, con un tasso di crescita del 6,3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (31), industria mineraria (15), industria manifatturiera (9), servizi (46).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con variazioni marginali negli indicatori delle 4 dimensioni: emancipazione (50) e welfare (48).  politica (45), economia (40), Il coefficiente Gini è  65.

 

La Repubblica di Capo Verde è una repubblica parlamentare, con una popolazione di 600.000 abitanti, di varie etnie africane ( i Fula, i Balanta, Mandingo) ed europee ( portoghesi, italiani, ecc.), di religione cattolica, con un tasso di crescita del 1%. Prevale la popolazione urbana (56%), Gli emigrati sono circa 200.000. La capitale è Praia.

Il Pil 2017 ammonta a 1,6  miliardi di euro pari a 2.610 euro pro capite, con un tasso di crescita del 3,9% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (10), industria mineraria (12), industria manifatturiera (8), servizi (70).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 58, con gli altri indicatori in ordine decrescente: welfare (70), politica (61),  emancipazione (55), economia (46) L’indice Gini è 53.

 

La Repubblica della Costa d’Avorio è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 24,3 milioni di abitanti, composta da 5 grandi gruppi etnici, Akan, Kru, Gur, Mandè del Nord e del Sud, con una crescita annua del 1,5%. Le religioni presenti sono Islam (40%), cattolici (22%) ed evangelici (12%). Prevale la popolazione urbana (56%) Gli emigrati sono circa 800.000. La capitale è Yamoussoukro.

Il Pil 2017 ammonta a 34  miliardi di euro pari a 1.410 euro pro capite, con un tasso di crescita del 7,9% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (24), industria mineraria (15), industria manifatturiera (15), servizi (46).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 43, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (49), emancipazione (45), economia (43), politica (34). Il coefficiente Gini è 57.

 

La Repubblica del Gambia è una repubblica presidenziale, con una popolazione di 2 milioni di abitanti, composta da un gran numero di gruppi etnici, fra cui prevalgono Mandinga, Fula, Woolof, con una crescita annua del 3%. L’Islam è la religione predominante (90%) Prevale la popolazione urbana (61%). Gli emigrati sono circa 100.000. La capitale è Banjul.

Il Pil 2017 ammonta a 930 milioni di euro pari a 470 euro pro capite, con un tasso di crescita del 2,9% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (23), industria mineraria (10), industria manifatturiera (5), servizi (62).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 44, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (62), emancipazione (48), economia (37), politica (29). Il oefficiente Gini non è disponibile.

                                          

La Repubblica del Ghana è una repubblica presidenziale unitaria, con una popolazione di 29 milioni di abitanti, composta da numerose etnie, Akan (52%), Mossi (15%), Ewe (12%), Ga (8%) e altre per il 13%, con una crescita annua del 2,2%. Il cristianesimo è la religione predominante (71%),  con pentacostali, protestanti e cattolici. Prevale la popolazione urbana (55%) Gli emigrati sono circa 900.000. La capitale è Accra.

Il Pil 2017 ammonta a 41 miliardi di euro pari a 1.427 euro pro capite, con un tasso di crescita del 6,1% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (20), industria mineraria (20), industria manifatturiera (5), servizi (55).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 55, con gli altri indicatori in ordine decrescente, politica (61). emancipazione (61), welfare (59), economia (41), Il coefficiente Gini è 57.

 

La Repubblica di Guinea è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 12,7 milioni di abitanti, composta da 24 etnie,con due etnie predominanti i Fula ( quasi 40%) e i Mandingo (22%), con una crescita annua del 2,3%. L’Islam è la religione predominante (85%). Prevale la popolazione rurale (62%) Gli emigrati sono circa 400.000. La capitale è Conackry.

Il Pil 2017 ammonta a 8 miliardi di euro pari a 620 euro pro capite, con un tasso di crescita del 8,6% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (20), industria mineraria (22), industria manifatturiera (12), servizi (46).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 38, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (48), welfare (47), economia (31), politica (27).  Il coefficiente Gini è 66.

 

La Repubblica di Guinea Bissau è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 1,9  milioni di abitanti, composta da molte etnie: al nord fula (20%) , mandinka (13%),  balanta (30%) e  papel (7%), mentre al sud e sulla costa, vivono i manjaco (14%) e i mancanha. L’animismo è la religione predominante (45%), poi c’è l’Islam (40%) e il cristianesimo (15%).  La popolazione urbana ammonta al 51%.Gli emigrati sono circa 100.000. La capitale è Bissau.

Il Pil 2017 ammonta a 1,1 miliardi di euro pari a 570 euro pro capite, con un tasso di crescita del 5,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (49), industria mineraria (1), industria manifatturiera (12), servizi (38).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 37, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (51), welfare (43), economia (31), politica (24).  Il coefficiente Gini è 49.

 

La Repubblica di Liberia è una repubblica presidenziale, con una popolazione di 4,7 milioni di abitanti, composta da sudanesi neri e da molti gruppi etnici locali, con un tasso di crescita del 2,5% Il cristianesimo è la religione predominante (66%), soprattutto protestanti, poi  l’Islam e l’animismo. La popolazione urbana ammonta al 51%. Gli emigrati sono circa 300.000. La capitale è Monrovia.

Il Pil 2017 ammonta a 2,3 miliardi di euro pari a 490 euro pro capite, con un tasso di crescita del 0,3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (70), industria mineraria (4), industria manifatturiera (5), servizi (21).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (57), politica (54).  emancipazione (46), economia (27), Il coefficiente Gini è 64.

 

La Repubblica del Mali è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 18,5 milioni di abitanti e una crescita del 2,9% Le etnie principali sono BambaraBozoDogonMalinke ,SarakolléSonghaiTuareg. L’Islam è la religione prevalente (80%), seguita dagli animisti.

Prevale la popolazione rurale (59%). Gli emigrati sono 1,1 milioni. La capitale è Bamako.

Il Pil 2017 ammonta a 11,5 miliardi di euro pari a 620  euro pro capite, con un tasso di crescita del 5,4% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (40), industria mineraria (6), industria manifatturiera (14), servizi (40).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 45, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (54), politica (49). economia (39),   emancipazione (38), Il coefficiente Gini è 67.

 

La Repubblica del Niger è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 21,5 milioni di abitanti e una crescita del 3,9%. Gli Hausa e i Djerma-Songhai rappresentano i due gruppi etnici più diffusi nel paese e insieme formano i 3/4 della popolazione. Seguono Tuareg, Kanun e Peul. L’Islam è la religione di tutti o quasi (93%). La popolazione rurale è nettamente prevalente (81%). Gli emigrati sono circa 400.000. La capitale è Niamey.

Il Pil 2017 ammonta a 7 miliardi di euro pari a 330  euro pro capite, con un tasso di crescita dello 0,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (42), industria mineraria (6), industria manifatturiera (14), servizi (40).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 40, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (51), politica (39). economia (36),   emancipazione (33), Il coefficiente Gini è 67.

 

La Repubblica federale della Nigeria è una repubblica presidenziale federale, con una popolazione di 191 milioni di abitanti, composta da circa 250 gruppi etnici: al nord la maggioranza sono gli Hausa Fulani di religione islamica. Nelle regioni meridionali prevalgono gli Yoruba e gli Igbo, di religione cristiana. La crescita annua della popolazione è del 2,5%. La popolazione rurale è pari al 51%. Gli emigrati sono 1,3 milioni. La capitale è Abuja.

Il Pil 2017 ammonta a 327 miliardi di euro pari a 1710  euro pro capite, con un tasso di crescita dello 4,9% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (21), industria mineraria (12), industria manifatturiera (7), servizi (60).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 40, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (48),  welfare (44), politica (37). economia (29), Il coefficiente Gini è 57.

 

La Repubblica del Senegal è una repubblica semipresidenziale con una popolazione di16  milioni di abitanti, composta da 3 etnie principali, i Wolof, i Fula ed i Serer, con un tasso di crescita annua del 2,9%. La religione della stragrande maggioranza (92%) è l’Islam. La popolazione rurale è pari al 56%. Gli emigrati sono circa 600.000. La capitale è Dakar.

Il Pil 2017 ammonta a 12,6 miliardi di euro pari a 790  euro pro capite, con un tasso di crescita dello 6,7% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (18), industria mineraria (10), industria manifatturiera (14), servizi (58).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 51, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (64), politica (54). economia (45), emancipazione (43).   Il coefficiente Gini è 50.

 

La Repubblica della Sierra Leone è una repubblica presidenziale, con una popolazione di 7,6 milioni di abitanti, composta in maggioranza da etnie sudanesi e da una minoranza Kruman ( già creoli) e con un tasso di crescita annua del 2,1% La religione prevalente è l’Islam (60%), seguita dal cristianesimo( 30%). Prevale la popolazione rurale (59%). Gli emigrati sono circa 200.000. La capitale è Freetown.

Il Pil 2017 ammonta a 3,3 miliardi di euro pari a 430  euro pro capite, con un tasso di crescita del 6% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (61), industria mineraria (4), industria manifatturiera (2), servizi (33).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con gli altri indicatori in ordine decrescente, politica (53). welfare (48), emancipazione (47),  economia (35).   Il coefficiente Gini è 66.

 

La Repubblica Togolese è una repubblica presidenziale, con una popolazione di 7,8 milioni di abitanti, composta da molte etnie, fra cui prevalgono i Kabije a nord, gli Ewe a sud e gli Ouachi a est. La religione prevalente è l’animismo (51%), segue il cristianesimo, mentre l’Islam è marginale. Il tasso di crescita annua è del 2,5%. Prevale la popolazione rurale (59%). Gli emigrati sono circa 500.000. La capitale è Lomè.

Il Pil 2017 ammonta a 4,1 miliardi di euro pari a 524  euro pro capite, con un tasso di crescita dello 4,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (29), industria mineraria (11), industria manifatturiera (8), servizi (52).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (60),    welfare (46), politica (39). economia (39). Il coefficiente Gini è 54.

 

 

 

 

AFRICA 2017

 DATI STATISTICI SUI 16 PAESI DELL'AFRICA OCCIDENTALE

Stato/regione

popolazione ( in milioni)

 

valori in euro

indicatori di sviluppo

 

indice Gini

 nel 2017

% pop. Urbna

migranti in milioni

% crescita in 8 anni

 

pil 2017 in milioni

%crescita annua

debito in % pil

pil pro capite

media

 politica

economia

emancipazione

 welfare

 

Benin

11,2

45

0,6

122

 

8.036

4,8

56

         718

48

55

40

49

48

 

57

Burkina Faso

19,2

32

1,5

123

 

11.298

6,3

33

         588

46

45

40

50

49

 

65

Capo Verde

0,6

56

0,2

109

 

1.569

3,9

127

     2.614

58

61

46

55

70

 

53

Cote d'Ivoire

24,3

56

0,8

113

 

34.423

7,9

51

     1.416

43

34

43

45

49

 

57

Gambia

2

61

0,1

124

 

928

2,9

116

         465

44

29

37

48

62

 

 

Ghana

28,8

55

0,9

118

 

41.096

6,1

77

     1.427

55

61

41

61

59

 

57

Guinea

12,7

38

0,4

118

 

7.927

8,6

56

         624

38

27

31

48

47

 

66

Guinea Bissau

1,9

51

0,1

120

 

1.080

5,8

46

         568

37

24

31

51

43

 

49

Liberia

4,7

51

0,3

120

 

2.308

0,3

47

         491

46

54

27

46

57

 

64

Mali

18,5

41

1,1

123

 

11.473

5,4

28

         620

45

49

39

38

54

 

67

Mauritania

4,4

61

0,1

122

 

4.005

2,4

100

         910

38

28

33

39

53

 

58

Niger

21,5

19

0,4

131

 

7.116

0,8

46

         331

40

39

36

33

51

 

66

Nigeria

190,9

49

1,3

120

 

327.455

4,9

15

     1.716

40

37

29

48

44

 

57

Senegal

15,9

44

0,6

123

 

12.559

6,7

61

         790

51

54

45

43

64

 

50

Sierra Leone

7,6

41

0,2

117

 

3.266

6

58

         430

46

53

35

47

48

 

66

Togo

7,8

41

0,5

120

 

4.088

4,8

69

         524

46

39

39

60

46

 

54

Africa occidentale

372

 

9,1

 

 

478.627

 

 

     1.287

 

 

 

 

 

 

 

                                     

 

 

 

Africa centrale: prospettive migliori dopo anni difficili

 

Gli 8 Paesi dell’Africa centrale hanno registrato complessivamente  il tasso di crescita più basso dell’Africa nel 2017 (0,9%), pur con un miglioramento rispetto al 2016 (0,1%)

Solo Camerun e Repubblica Centrafricana hanno fatto un po’ meglio, mentre i due Paesi con più difficoltà sono stati Guinea Equatoriale e Congo.

Queste difficoltà sono dovute al ribasso dei prezzi delle materie prime, da cui dipende l’economia di questi Paesi e dalle condizioni di scarsa sicurezza. Le prospettive per gli anni 2018 e 2019 sono più incoraggianti, dato il rialzo dei prezzi e, in parte, la crescita della domanda interna. Le proiezioni indicano un traguardo del 3% per il 2019.

 

L’Africa centrale è composta da 8 Stati: Camerun, Chad, Congo, Gabon, Repubblica del Centro Africa, Guinea Equatoriale, Repubblica Democratica del Congo, Sao Tomè e Principe.. La popolazione è di 134 milioni di abitanti, con 3,6 milioni di emigrati. Il pil pro capite è 775 euro.

 

La Repubblica del Camerun è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 24 milioni di abitanti,  con un elevato numero di etnie bantù, una parte  a sud, di lingua francofona e religione cristiana, e una parte a nord di lingua inglese e religione islamica. E con un tasso di crescita annua pari al 2,5%. Prevale la popolazione urbana (67%). Gli emigrati sono circa 300.000. La capitale è Yaoundè.

Il Pil 2017 ammonta a 28 miliardi di euro pari a 1180  euro pro capite, con un tasso di crescita del 3,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (17), industria mineraria (11), industria manifatturiera (16), servizi (56).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 42, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (59),    welfare (49), economia (38), politica (24). Il coefficiente Gini è 54.

 

La Repubblica del Ciad è una repubblica presidenziale, con una popolazione di 15 milioni di abitanti, composta da oltre 200 gruppi etnici e da una parte di origine sudanese. Con un tasso di crescita annua del 3,1%. L’etnia principale i Sara (20%) è di religione cristiano-animista. Ma tutte le tribù nomadi del centro desertico sono di religione mussulmana. Prevale la popolazione rurale e nomade (77%). Gli emigrati sono circa 300.000. La capitale è Djamena.

Il Pil 2017 ammonta a 9,5 miliardi di euro pari a 635  euro pro capite, con un tasso di decrescita del -1,4% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (33), industria mineraria (16), industria manifatturiera (10), servizi (41).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 29, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (43),    welfare (30), economia (22), politica (20). Il coefficiente Gini è 57

 

La Repubblica del Congo è una repubblica presidenziale, con una popolazione di 5,3 milioni di abitanti,  composte da congo 48%, teke 17%, m'bochi 12%, punu 3%, sangha 2,7%, maka 1,8%, pigmei 1,5%. E con un tasso di crescita annua pari al 2,5%. Prevale la popolazione urbana (66%). Gli emigrati sono circa 300.000. La capitale è Brazzaville.

Il Pil 2017 ammonta a 7,6 miliardi di euro pari a 1442  euro pro capite, con un tasso di decrescita del 3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (8), industria mineraria (48), industria manifatturiera (8), servizi (36).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 43, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (57),    welfare (55), politica (30). economia (29), Il coefficiente Gini è 51.

.

La Repubblica Gabonese è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 2 milioni di abitanti,  composte da oltre 40 gruppi etnici tra cui i più numerosi sono  i Myene, i Bandjabi, gli Eshira, i Bapounou, gli Okande e i pigmei, oltre a 10.000 francesi.E con un tasso di crescita annua pari al 2,9%. Prevale la popolazione urbana (88%). Gli emigrati sono circa 100.000. La capitale è Libreville.

Il Pil 2017 ammonta a 12,7 miliardi di euro pari a 6.360 euro pro capite, con un tasso di crescita del 1,6% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (6), industria mineraria (38), industria manifatturiera (8), servizi (48).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 438, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (66), emancipazione (52),    economia (37), politica (36). Il coefficiente Gini è 58.

 

La Repubblica della Guinea Equatoriale è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 1,3 milioni di abitanti, con un tasso di crescita annua del 4,1%.  I maggiori gruppi etnici sono i Fang (80%) e i Bubi (15%) entrambi di origine bantù. La religione principale è il cristianesimo (91%). Prevale la popolazione rurale (60%). Gli emigrati sono circa 100.000. La capitale è Malabò.

Il Pil 2017 ammonta a 11 miliardi di euro pari a 8.420 euro pro capite, con un tasso di decrescita del 5,5% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (2), industria mineraria (34), industria manifatturiera (19), servizi (45).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 36, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (65),    welfare (36), economia (24),  politica (20). Il coefficiente Gini non è disponibile.

 

La Repubblica Democratica del Congo è una repubblica semipresidenziale, con una popolazione di 81 milioni di abitanti, con un tasso di crescita annua del 3,3%. La maggioranza sono neri bantù, suddivisi in oltre 300 tribù. I maggiori gruppi sono i Teke, Twa, Baluba,Ngbandi, Hutu. Mongo. La religione principale è il cristianesimo (56%). Prevale la popolazione rurale (56%). Gli emigrati sono circa 1.700.000. La capitale è Kinshasa.

Il Pil 2017 ammonta a 33 miliardi di euro pari a 400 euro pro capite, con un tasso di crescita del 2,2% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (21), industria mineraria (23), industria manifatturiera (20), servizi (36).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 39, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (60),    welfare (38), politica (31), economia (26), Il coefficiente Gini è 58.

 

La Repubblica Democratica di Sao Tomè e Principe ha una popolazione di 200.000 abitanti, con un tasso di crescita annua del 2,1%. La popolazione discende da diversi gruppi etnici migrati nelle due isole a partire dal 1485.. La religione principale è il cristianesimo (56%). Prevale la popolazione urbana(56%).. La capitale è Sao Tomè.

Il Pil 2017 ammonta a 300 milioni di euro pari a 1500 euro pro capite, con un tasso di crescita del 4,6% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (12), industria mineraria (10), industria manifatturiera (7), servizi (71).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 54, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (79), politica (55), emancipazione (51), economia (33), Il coefficiente Gini è 69.

 

 

 

 

AFRICA 2017

 DATI STATISTICI SU GLI 8 PAESI DELL'AFRICA CENTRALE

Stato/regione

popolazione ( in milioni)

 

valori in euro

 

indicatori di sviluppo

 

indice Gini

 nel 2017

% pop. Urbna

migranti  milioni

% crescita in 8 anni

 

pil 2017 in milioni

%crescita annua

debito in % pil

pil pro capite

 

media

 politica

economia

emancipazione

 welfare

 

Camerun

24

67

0,3

120

 

28.307

3,8

32

       1.179

 

42

24

38

59

49

 

54

Chad

14,9

23

0,3

125

 

9.461

-1,4

61

           635

 

29

20

22

43

30

 

57

Congo

5,3

66

0,3

120

 

7.647

-3

92

       1.442

 

43

30

29

57

55

 

51

Gabon

2

88

0,1

123

 

12.722

1,6

43

       6.361

 

48

36

37

52

66

 

58

Central African Republic

4,7

41

0,7

107

 

1.496

2,3

43

           318

 

33

28

29

47

29

 

44

Equatorial Guinea

1,3

40

0,1

133

 

10.946

-5,5

23

       8.420

 

36

20

24

65

36

 

 

Dem Republic of Congo

81,3

44

1,7

126

 

32.749

2,2

15

           403

 

39

31

26

60

38

 

58

Sao Tomè and Principe

0,2

56

0,1

117

 

299

4,6

60

       1.496

 

54

55

33

51

79

 

69

Africa centrale

133,7

 

3,6

 

 

103.627

103622

 

           775

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Africa orientale

È composta da 17 Stati : Burundi, Comores, Djibuti, Eritrea, Ethiopia, Kenia, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambique, Rwanda, Tanzania, Uganda, Seychelles, Somalia, Sud Sudan, Sudan. La popolazione è di 427 milioni di abitanti,con 11 milioni di emigrati.Il pil pro capite è  691 euro.

 

La Repubblica del Burundi è una repubblica presidenziale con  una popolazione di 10 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 3%. La popolazione è composta da due gruppi etnici, gli hutu (85%) e i tutsi (14%). La religione è il cattolicesimo (86%). Prevale la popolazione rurale (87%). La capitale è  Bujmbura.

Il debito pubblico è al 41% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 2,6 milioni di euro pari a 260 euro pro capite, con un tasso di crescita del 2,1% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (41), industria mineraria (4), industria manifatturiera (12), servizi (43).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 44, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (66), welfare (54), economia (30), politica (27). Il coefficiente Gini è 67.

 

L’Unione delle Comore è una repubblica federale, con  una popolazione di 800 mila abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,1%. La popolazione è composta da due gruppi etnici, di origine arabo africana,  gli Anjouan e i Moroni. La religione prevalente è l’Islam, tranne l’isola di  Majotte, di lingua francese e di religione cattolica.. Prevale la popolazione rurale (71%). Gli emigrati sono circa 100.000. La capitale è  Moroni.

Il debito pubblico è al 26% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 1,1  milioni di euro pari a 1.340 euro pro capite, con un tasso di crescita del 2,3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (42), industria mineraria (3), industria manifatturiera (9), servizi (46).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (67),  emancipazione (47), politica (38).  economia (31), Il coefficiente Gini non è disponibile.

 

La Repubblica di Gibuti è una repubblica semipresidenziale con  una popolazione di 1 milione di abitanti e con un tasso di crescita annua del 1,5%. La popolazione è composta da due gruppi etnici, i somali, quasi tutti Assar, e gli Afar. La religione è l’Islam (91%%). Prevale la popolazione urbana (78%). La capitale è  Gibuti.

Il debito pubblico è al 31% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 1,8 milioni di euro pari a 1820 euro pro capite, con un tasso di crescita del 6,6% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (3), industria mineraria (20), industria manifatturiera (3), servizi (74).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (69),  emancipazione (44), economia (38), politica (34). Il coefficiente Gini è 46.

 

La Repubblica dell’Eritrea è una repubblica semipresidenziale a partito unico, con  una popolazione di 5,1 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2%. La popolazione è composta da due gruppi etnici di maggioranza, i Tigrini ed i Tigre.Le religioni più diffuse sono il cristianesimo e l’Islam.. Prevale la popolazione rurale (76%). Gli emirati sono circa 600.000.La capitale è  Asmara.

Il debito pubblico è al 114% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 4 miliardi di euro pari a 800  euro pro capite, con un tasso di crescita del 3,7% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (17), industria mineraria (18), industria manifatturiera (6), servizi (59).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 35, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (55),  welfare (47),  economia (28), politica (11). Il coefficiente Gini non è disponibile.

 

La Repubblica democratica federale dell’Etiopia è una repubblica parlamentare federale, con  una popolazione di 105 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,5%. La popolazione è composta da tree gruppi etnici di maggioranza, gli Omoro, gli Amhara ed i Tigrai.Le religioni più diffuse sono il cristianesimo e l’Islam. Prevale la popolazione rurale (80%). Gli emigrati sono circa 800.000. La capitale è  Addis Abeba.

Il debito pubblico è al 60% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 68 miliardi di euro pari a 650  euro pro capite, con un tasso di crescita del 8,9% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (38), industria mineraria (18), industria manifatturiera (6), servizi (38).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (59),   emancipazione (52),  economia (38), politica (33).Il coefficiente Gini è 67.

 

La Repubblica del Kenya è una repubblica presidenziale , con  una popolazione di 50 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,3%. La popolazione è composta da molti gruppi etnici, fra cui il  gruppo bantu dei kikuyu (21% )altri gruppi relativamente numerosi sono i luhya (14%), i kamba (11%), tutti di lingua banti . Al sud vivono i Masai.Le religioni più diffuse sono il cristianesimo (80%), nell’ordine  protestanti, ortodossi e cattolici e l’Islam. Prevale la popolazione rurale (73%). Gli emigrati sono circa 500.000. La capitale è  Nairobi.

Il debito pubblico è al 53% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 71 miliardi di euro pari a 1430  euro pro capite, con un tasso di crescita del 5,3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (36), industria mineraria (9), industria manifatturiera (10), servizi (45).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 49, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (55),  welfare (53),  economia (48), politica (40).Il coefficiente Gini è 52

 

La Repubblica del Madagascar è una repubblica semipresidenziale , con  una popolazione di 26 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,6%. La popolazione è composta da 18 gruppi etnici, di origine africana e asiatica, fra cui i Merina (12%) e Betsileo (8%); la gente della costa (detta côtiers) è di origine più chiaramente africana (bantu). I più grandi gruppi tribali costieri sono quello dei Betsimisaraka (7%), dei Tsimihety e dei Sakalava (entrambi 6%),Circa metà seguono religioni tradizionali e metà sono cristiani, protestanti e cattolici.. Prevale la popolazione rurale (64%). Gli emigrati sono circa 200.000. La capitale è  Antananarivo.

Il debito pubblico è al 42% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 10 miliardi di euro pari a 400  euro pro capite, con un tasso di crescita del 4% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (26), industria mineraria (5), industria manifatturiera (13), servizi (56).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 44, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (63),  welfare (43), politica (37). economia (34), Il coefficiente Gini è 57

 

La Repubblica di Malawi è una repubblica presidenziale , con  una popolazione di 19 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,7%. La popolazione è composta da da neri Africani (95%), divisi in diverse etnie: ChewaNyanjaYaoTumbukaLomweSenaTongaNgoniNgonde . La maggior parte della popolazione è cristiana ( protestanti e cattolici), con una minoranza dell’Islam.  Prevale la popolazione rurale (83%). Gli emigrati sono circa 300.000. La capitale è  Lilongwe..

Il debito pubblico è al 55% del Pil l Pil 2017 ammonta a 5,6 miliardi di euro pari a 300  euro pro capite, con un tasso di crescita del 4,5% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (30), industria mineraria (5), industria manifatturiera (10), servizi (55).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 48, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (57),  welfare (56), politica (43). economia (35), Il coefficiente Gini è 54.

 

La Repubblica di Mauritius è una repubblica parlamentare, con  una popolazione di 1,3 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua dello 0,1%. La popolazione è composta da etnie in maggioranza di origine indiana e in parte africana..Le religioni più diffuse sono nell’ordine il cristianesimo, l’induismo e l’islam..  Prevale la popolazione rurale (60%). Gli emigrati sono circa 200.000. La capitale è  Port Louis.

Il debito pubblico è al 66% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 12 miliardi di euro pari a 9.100  euro pro capite, con un tasso di crescita del 3,9% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (26), industria mineraria (22), industria manifatturiera (9), servizi (43).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 68, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (79), politica (72).  emancipazione (64),  economia (57), Il coefficiente Gini è 64.

 

 

La Repubblica del Mozambico è una repubblica semipresidenziale , con  una popolazione di 30 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,9%. La popolazione è composta da neri ( 99,5%) ,Shangaan, Chokwe, Manyika, Sena, Makua, e altre,, la maggior parte dei quali appartengono a etnie Bantu meridionali.L’animismo è la religione più diffusa (60%), segue il cristianesimo..  Prevale la popolazione rurale (67%). Gli emigrati sono circa 700.000. La capitale è  Maputo.

I Il debito pubblico è al 119% del Pil l Pil 2017 ammonta a 13 miliardi di euro pari a 450 euro pro capite, con un tasso di crescita del 3,7% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (25), industria mineraria (12), industria manifatturiera (10), servizi (53).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 44, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (52),   welfare (46), economia (39), politica (38). Il coefficiente Gini è 54.

 

La Repubblica del Ruanda è una repubblica semipresidenziale , con  una popolazione di 12 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,5%. La popolazione è composta da due gruppi etnici, gli Hutu (85%) e i Tutsi (14%).L’animismo è la religione più diffusa..  Prevale la popolazione rurale (69%). Gli emigrati sono circa 600.000. La capitale è  Kigali.

Il debito pubblico è al 47% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 8 miliardi di euro pari a 650 euro pro capite, con un tasso di crescita del 5,3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (32), industria mineraria (11), industria manifatturiera (6), servizi (51).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 56, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare (67),  emancipazione (61),   economia (48), politica (48). Il coefficiente Gini è 50.

 

La Repubblica Unita di Tanzania è una repubblica semipresidenziale , con  una popolazione di 57 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 3%. La popolazione è composta da da più di 120 differenti etnie, di cui i Sukuma, i Nyamwezi, gli Hehe-Bena, i Gogo, gli Haya, i Makonde, i Chaggae i Nyakyusa. Le religioni  presenti sono il cristianesimo, l’Islam e l’animismo...  Prevale la popolazione rurale (67%). Gli emigrati sono circa 300.000. La capitale è  Dodoma.

Il debito pubblico è al 35% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 47 miliardi di euro pari a 820 euro pro capite, con un tasso di crescita del 6,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (32), industria mineraria (21), industria manifatturiera (6), servizi (41).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 49, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (59),   welfare (49), politica (48). economia (40), Il coefficiente Gini è 62.

 

La Repubblica dell’Uganda è una repubblica semipresidenziale , con  una popolazione di 43 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 3,4%. La popolazione è composta da molte differenti etnie,fra cui i Baganda (18%),  banyankole (9,5%), i soga (basoga, 8,4%), i kiga (bakiga, 7%), i gisu (4,6%), i nyoro (3%) . La religione prevalente è il cristianesimo (85%) , segue l’Islam (12%)..  Prevale la popolazione rurale (83%). Gli emigrati sono circa 700.000. La capitale è  Kampala.

Il debito pubblico è al 38% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 24 miliardi di euro pari a 570 euro pro capite, con un tasso di crescita del 3,2% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (26), industria mineraria (13), industria manifatturiera (10), servizi (51).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 53, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (63),   welfare (62), politica (44). economia (43), Il coefficiente Gini è 59.

 

La Repubblica delle Seychelles  è una repubblica semipresidenziale , con  una popolazione di 100.000 abitanti e con un tasso di crescita annua del 0,5%. La popolazione è composta da creoli, ossia dalla commistione fra schiavi africani, popoli asiatici e vecchi coloni. Il cristianesimo è la religione dominante (95%), soprattutto cattolici (82%) .Prevale la popolazione urbana (55%). Gli emigrati sono pressochè assenti. La capitale è Victoria.

Il debito pubblico è al 57% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 1,3 miliardi di euro pari a 12.950 euro pro capite, con un tasso di crescita del 5,3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (2), industria mineraria (7), industria manifatturiera (7), servizi (84).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 61, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (75),   welfare (75), economia (52), politica (43). Il coefficiente Gini è 53.

 

La Repubblica Federale di Somalia è una repubblica parlamentare, con  una popolazione di 15 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,6%. La popolazione è omogenea,composta per il 95% da Somali.L’Islam  è la religione dominante (99%). Prevale la popolazione rurale (59%). Gli emigrati sono circa 2 milioni. La capitale è Mogadiscio.

Il Pil 2017 ammonta a 1,2 miliardi di euro pari a 80 euro pro capite, con un tasso di crescita del 2,7% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (60), industria mineraria (5), industria manifatturiera (3), servizi (32).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 16, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (30),   welfare (14), economia (12), politica (6). Il coefficiente Gininon è disponibile

 

La Repubblica del Sudan del Sud è una repubblica presidenziale federale, con  una popolazione di 13 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 3,1%. La popolazione è composta da molte etnie , fra cui I Dinca , la più grande tribù sub-sahariana Inoltre, in questa regione vivono gli Shilluk, i Nuer, gli Acholi e i Lotuhu.. Non esistono statistiche sulle religioni praticate. Prevale la popolazione rurale (81%). Gli emigrati sono circa 1,8 milioni. La capitale è Giuba.

Il Pil 2017 ammonta a 5,7 miliardi di euro pari a 450 euro pro capite, con un tasso di crescita dello 0,3% negli ultimi anni. La distribuzione percentuale  per settore di attività non è disponibile.

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 24, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (36),   welfare (25), politica (22). economia (13). Il coefficiente Gini è 54.

 

La Repubblica del Sudan è una repubblica presidenziale federale de iure, con  una popolazione di 41 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,3%. La popolazione del Sudan è una combinazione di abitanti autoctoni della valle del Nilo e di discendenti di immigrati dalla Penisola arabica. La stragrande maggioranza della popolazione oggi abbraccia l'Islam a nord, ma ci sono forti concentrazioni di cristiani e di animisti a sud.  Prevale la popolazione rurale (66%). Gli emigrati sono circa 2 milioni. La capitale è Karthum.

Il debito pubblico è al 55% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 113 miliardi di euro pari a 2.780 euro pro capite, con un tasso di crescita del 5,4% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (33), industria mineraria (10), industria manifatturiera (10), servizi (47).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 35, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare(61),  emancipazione (33),   economia (30), politica (14). Il coefficiente Gini è 65.

 

 

 

AFRICA 2017

 DATI STATISTICI SUI 17 PAESI DELL'AFRICA ORIENTALE

Stato/regione

popolazione ( in milioni)

 

valori in euro

 

indicatori di sviluppo

 

indice Gini

 nel 2017

% pop. Urbana

migranti  milioni

% crescita in 8 anni

 

pil 2017 in milioni

%crescita annua

debito in % pil

pil pro capite

 

media

 politica

economia

emancipazione

 welfare

 

Burundi

10,1

13

0,1

124

 

2.602

2,1

41

258

 

44

27

30

66

54

 

67

Comoros

0,8

29

0,1

117

 

1.069

2,3

26

1336

 

46

38

31

47

67

 

 

Djibouti

1

78

0

112

 

1.818

6,6

31

1818

 

46

34

38

44

69

 

46

Eritrea

5,1

24

0,6

116

 

4.053

3,7

114

795

 

35

11

28

55

47

 

 

Ethiopia

105

20

0,8

120

 

68.492

8,9

60

653

 

46

33

38

52

59

 

67

Kenia

49,7

27

0,5

118

 

71.233

5,3

53

1433

 

49

40

48

55

53

 

52

Madagascar

25,6

36

0,2

121

 

10.213

4

42

399

 

44

37

34

63

43

 

57

Malawi

18,6

17

0,3

122

 

5.571

4,5

55

299

 

48

43

35

57

56

 

54

Mauritius

1,3

40

0,2

101

 

11.838

3,9

66

9106

 

68

72

57

64

79

 

64

Mozambique

29,7

33

0,7

123

 

13.218

3,7

119

445

 

44

38

39

52

46

 

54

Rwanda

12,2

31

0,6

120

 

7.948

5,3

47

646

 

56

48

48

61

67

 

50

Tanzania

57,3

33

0,3

124

 

46.761

6,8

35

816

 

49

48

40

59

49

 

62

Uganda

42,9

17

0,7

127

 

24.448

3,2

38

570

 

53

44

43

63

62

 

59

Seychelles

0,1

55

0

104

 

1.296

5,4

57

12953

 

61

43

52

75

75

 

53

Somalia

14,7

41

2

121

 

1.147

2,7

n

78

 

16

6

12

30

14

 

 

South Sudan

12,6

19

1,8

125

 

5.685

0,3

n

452

 

24

22

13

36

25

 

54

Sudan

40,5

34

2

118

 

112.544

5,4

 

2779

 

35

14

30

33

61

 

65

Africa orientale

427,2

 

10,9

 

 

339.244

 

 

691

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Africa australe : una ripresa economica avviata, con una crescita contrastata

 

Da una media stimata al 1,6% nel 2017, la crescita dovrebbe risalire al 2% nel 2018 e al 2,4% nel 2019.. Secondo  Josephine Ngure, vice direttrice della Banca per l’Africa australe ‘ la regione ha fatto progressi importanti nella lotta alla povertà e per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, grazie a politiche centrate sull’industrializzazione e la creazione di posti di lavoro.”

 

Le previsioni economiche restano tuttavia prudenti, date le situazioni molto diverse dei singoli Paesi. L’Africa del Sud, locomotiva economica dell’intera regione, rallenta , con qualche segnale di declino, mentre Paesi dal reddito molto più basso , Madagascar e Mozambico, con un ‘economia di transizione  registrano maggiore  dinamismo. Il deficit di bilancio e l’aumento del debito pubblico costituiscono una sfida per la stabilità dell’economia di questi Paesi. Stephan Muller, economista della Banca, scrive “ i governi dovrebbero favorire la mobilitazione delle risorse nel settore privato per creare nuove prospettive di lavoro per i giovani.

 

L’ Africa australe è composta da 8 Stati:Angola, Botswana, Lesotho, Namibia, Sud Africa, Swaziland, Zambia, Zimbawe. La popolazione è di 129 milioni di abitanti, con 4,2 milioni di emigrati.Il pil pro capite è  3.240 euro.

 

  • La Repubblica dell’Angola è una repubblica presidenziale,  con  una popolazione di 30 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 3,4%. La popolazione è composta da gruppi neri bantù (98%), Bakongo, Ovimbundu,Mbundu,Lunda,Chókwè

La maggioranza della popolazione è cristiana, soprattutto cattolici, ma è ancora molto diffuso l’animismo.  Prevale la popolazione rurale (54%). Gli emigrati sono circa600.000. La capitale è Luanda.

Il debito pubblico è al 88% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 104 miliardi di euro pari a 3.500 euro pro capite, con un tasso di crescita dello 0,6% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (10), industria mineraria (38), industria manifatturiera (6), servizi (46).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 35, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (56),    welfare(35), economia (27), politica (23). Il coefficiente Gini è 57.

 

  • La Repubblica del Botswana è una repubblica presidenziale,  con  una popolazione di 2,3 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 1,9%. La popolazione è composta da gruppi neri bantù; i tre principali gruppi etnici bantu sono gli Tswana (66,8%), gli Shona (14,8%) e i Ndebele (1,7%). La maggioranza della popolazione è cristiana, soprattutto protestanti,, ma è ancora diffuso l’animismo..  Prevale la popolazione urbana (58%). Gli emigrati sono circa 100.000. La capitale è Gaborone.

Il debito pubblico è al 19% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 15 miliardi di euro pari a 6.600 euro pro capite, con un tasso di crescita del 3,3% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (2), industria mineraria (29), industria manifatturiera (6), servizi (63).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 60, con gli altri indicatori inordine decrescente, politica (68),  emancipazione (68),    welfare(63), economia (44), Il coefficiente Gini è 40.

 

  • Il Regno del Lesotho è una monarchia parlamentare,  con  una popolazione di 2,2 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 1,4%. L'etnia predominante del paese è di gran lunga quella dei Basotho (80%), etnia del gruppo bantu-ngoni, suddivisa in due gruppi principali: Basotho del nord e Basotho del sud, seguono gli Zulù (18%) La maggioranza della popolazione è cristiana (80%), sia protestanti che cattolici,, ma è ancora diffuso l’animismo..  Prevale la popolazione rurale (72%). Gli emigrati sono circa 300.000. La capitale è Maseru.

Il debito pubblico è al 48% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 2 miliardi di euro pari a 900 euro pro capite, con un tasso di crescita del 2,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (7), industria mineraria (20), industria manifatturiera (16), servizi (57).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 46, con gli altri indicatori inordine decrescente, emancipazione (51),    welfare(51), politica (47),  economia (36), Il coefficiente Gini è 46.

 

  • La Repubblica della Namibia  è una repubblica semipresidenziale,  con  una popolazione di 2,5 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,1%. L'82% della popolazione appartiene a etnie del gruppo bantu, suddivisa in almeno 11 etnie, tra cui predominano gli Ovambo (50%). Altre etnie nere sono quelle del gruppo khoisan (San e Nama). La percentuale di bianchi è intorno al 8% . La maggioranza della popolazione è cristiana, soprattutto protestanti.  E’ ilPaese dell’Africa a più bassa densità ( 2 abitanti per km2), in parte urbana e in parte rurale.Gli emigrati sono circa 200.000. La capitale è Windhoek.
  •  

Il debito pubblico è al 43% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 11,5 miliardi di euro pari a 4.610 euro pro capite, con un tasso di crescita dello 0,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (7), industria mineraria (20), industria manifatturiera (12), servizi (61).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 55, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare(71),  emancipazione (54),    politica (54). economia (41).  Il coefficiente Gini è 39.

 

  • La Repubblica del Sudafrica è una repubblica parlamentare ,  con  una popolazione di 57 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 1,3%. I neri bantu formano circa il 75% della popolazione, e sono suddivisi in 9 "nazioni": zulu 23%; xhosa 18%; sotho (del nord e del sud) 16%; tswana 7%; tsonga 4%; swazi 2,5%; venda 2%; ndebele 1,5%; pedi 1%. I bianchi formano circa il 13% della popolazione, in tre gruppi: boeri (afrikaner) 6,5%, anglosassoni 5,5%, altri 1%.L e religioni più diffuse sono quelle cristianeprotestantesimo della chiesa riformata sudafricana (circa 35%); cattolicesimo (10%);anglicanesimo (10%); metodismoluteranesimo e altre fedi cristiane (nel complesso circa 30%).Gli emigrati sono circa 200.000. Prevale la popolazione urbana (66%). Gli emigrati sono circa 900.000 . La capitale è Pretoria.

 

Il debito pubblico è al 50% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 304 miliardi di euro pari a 5.360 euro pro capite, con un tasso di crescita del 1% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (3), industria mineraria (15), industria manifatturiera (14), servizi (68).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 63, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare(75), politica (60).  emancipazione (59),    economia (56).  Il coefficiente Gini è 37.

 

Il Regno dello Swaziland è una monarchia assoluta ,  con  una popolazione di 1,4 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 1,7%. Gli swazi, una popolazione del gruppo bantu, costituiscono circa l'84% della popolazione. A questi si aggiungono altri gruppi bantu (soprattutto zulu e sotho), che complessivamente rappresentano circa il 12%. 4% sono bianchi

Le religioni più praticate sono: il Pprotestantesimo (35%), l'amaZioni (30%), il cattolicesimo (25%) Gli emigrati sono circa 100.000. Prevale la popolazione rurale (79%).. La capitale è Mbabane.

Il debito pubblico è al 28% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 3,4 miliardi di euro pari a 2.440 euro pro capite, con un tasso di crescita del 1,5% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (10), industria mineraria (4), industria manifatturiera (33), servizi (53).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 41, con gli altri indicatori in ordine decrescente, welfare(59),  emancipazione (49), economia (32).    politica (26). Il coefficiente Gini è 49.

 

  • La Repubblica di Zambia è una repubblica presidenziale,  con  una popolazione di 17 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,9%., composta da settanta differenti gruppi etnici neri bantu, pari a circa il 97% della popolazione. Il 90% di essi appartiene ai nove principali gruppi etnolinguistici: BembaNyanjaChewaTongaTumbukaLundaLuvaleKaondeNkoya e Lozi . La sola  religione di Stato è il cristianesimo. Gli emigrati sono circa 300.000. Prevale la popolazione rurale  (58%). La capitale è Lusaka.

 

Il debito pubblico è al 63% del Pil. Il Pil 2017 ammonta a 22 miliardi di euro pari a 1.310 euro pro capite, con un tasso di crescita del 4% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (7), industria mineraria (31), industria manifatturiera (6), servizi (56).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 51, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (61),    politica (51).welfare(45), economia (39).  Il coefficiente Gini è 44.

 

  • La Repubblica dello Zimbawe è una repubblica presidenziale,  con  una popolazione di 17 milioni di abitanti e con un tasso di crescita annua del 2,1%., L'etnia prevalente è quella nera bantu shona (67,1%); seguono i bantu Ndebele (13%), i Chewa (4,9%) e i bianchi.. La religione più diffusa è il cristianesimo (60%), seguono gli animisti.Gli emigrati sono circa1,7 milioni. Prevale la popolazione rurale  (68%). La capitale è Harare.
  •  

Il debito pubblico è al 76% del Pil Il Pil 2017 ammonta a 16 miliardi di euro pari a 960 euro pro capite, con un tasso di crescita del 1,8% negli ultimi anni e con la seguente distribuzione percentuale  per settore di attività: agricoltura (11), industria mineraria (13), industria manifatturiera (10), servizi (66).

L’indicatore generale di prospettiva di sviluppo è pari a 44, con gli altri indicatori in ordine decrescente, emancipazione (63),    welfare(51), economia (33). politica (29). Il coefficiente Gini è 57.

 

 

AFRICA 2017

 DATI STATISTICI SU GLI 8 PAESI DELL'AFRICA AUSTRALE

Stato/regione

popolazione ( in milioni)

 

valori in euro

 

indicatori di sviluppo

 

indice Gini

 nel 2017

% pop. Urbna

migranti in milioni

% crescita in 8 anni

 

pil 2017 in milioni

%crescita annua

debito in % pil

pil pro capite

 

media

 politica

economia

emancipazione

 welfare

 

Angola

29,8

46

0,6

127

 

104.325

0,6

88

3501

 

35

23

27

56

35

 

57

Botswana

2,3

58

0,1

115

 

15.140

3,3

19

6582

 

60

68

44

68

63

 

40

Lesotho

2,2

28

0,3

111

 

1.993

2,8

48

906

 

46

47

36

51

51

 

46

Namibia

2,5

49

0,2

117

 

11.525

0,8

43

4610

 

55

54

41

54

71

 

39

South Africa

56,7

66

0,9

110

 

303.605

1

50

5355

 

63

60

56

59

75

 

37

Swaziland

1,4

21

0,1

114

 

3.411

1,5

28

2437

 

41

22

36

49

59

 

49

Zambia

17,1

42

0,3

123

 

22.452

4

63

1312

 

49

51

39

61

45

 

44

Zimbawe

16,5

32

1,7

117

 

15.871

1,8

76

962

 

44

29

33

63

51

 

57

Africa australe

128,5

 

4,2

 

 

416.340

 

 

2819

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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